Il rischio di un golpe contro il presidente Vladimir Putin da parte del servizio di sicurezza federale russo (Fsb) cresce con il perdurare della guerra in Ucraina. È questo il cuore di alcune lettere scritte da un anonimo agente dell’intelligence di Mosca all’attivista in esilio e fondatore del progetto gulagu.net, Vladimir Osechkin, e successivamente pubblicate online. Secondo la talpa, che nelle settimane precedenti ha offerto la sua analisi, il caos e il malcontento stanno soffocando i servizi di sicurezza. Il fatto stesso che gli agenti russi stiano parlando apertamente, ha commentato Osechkin al Times, è un segno della loro crescente rabbia nei confronti di Putin e del malcontento per l’effetto che le sanzioni hanno sugli ufficiali dell’Fsb. Questi, sottolinea infatti l’attivista, non possono più “andare in vacanza nelle loro ville in Italia e portare i loro bambini al Disneyland di Parigi”.
Intervistato dalla sua abitazione in Francia, dove è in esilio dal 2015, Osechkin ha detto al Times che “per 20 anni Putin ha creato stabilità in Russia. Ufficiali dell’Fsb, poliziotti, pubblici ministeri e le persone all’interno del sistema hanno potuto vivere una bella vita. Ma ora è tutto finito – ha proseguito -. Riconoscono che questa guerra è una catastrofe per l’economia, per l’umanità. Non vogliono tornare ai tempi dell’Unione Sovietica. Ogni settimana e ogni mese in cui questa guerra continua, aumenta la possibilità di una ribellione da parte dei servizi di sicurezza”.
Un passo in più di quello che era stato “rivelato” solo un paio di giorni fa ovvero che nei i servizi di sicurezza della Federazione Russa, sarebbe “in atto un ammutinamento su larga scala”. Secondo Igor Sushko, osservatore ucraino che nelle ultime settimane è stato in contatto con presunte talpe nei servizi russi, che avrebbero inviato resoconti dettagliati sugli errori commessi da Mosca prima e dopo l’attacco a Kiev, ci sarebbero crescenti tensioni agli alti livelli del Cremlino. Sushko ha riferito che i ‘ribelli’ sarebbero “un numero rilevante” anche se il loro non sarebbe “un colpo di Stato” bensì un tentativo di convincere l’Occidente a intervenire direttamente per fermare Vladimir Putin. Il quale – secondo una lettera arrivata dall’interno dell’Fsb e riportata sui social – sarebbe tentato di minacciare la Polonia, considerata come un “nuovo possibile obiettivo” per il suo ruolo attivo di sostegno all’Ucraina. Anche se, si precisa, si tratterebbe solo di ‘vuote’ minacce, dal momento che una simile mossa comporterebbe l’intervento della Nato.
La talpa o le talpe o sedicenti tali, nei giorni scorsi, aveva osservato che l’Ucraina ha rallentati l’attacco di Mosca è perché ha “vinto la ‘guerra dell’informazione'” ed anche perché “i militari hanno avuto il controllo delle decisioni”. Nel documento – difficile da verificare – si spiegava che “in Russia si è persa la logica delle azioni: la gerarchia delle decisioni è stata minata dal basso e manca il necessario livello di analisi critica. Si ricorre a scelte avventuristiche in ambiti in cui non dovrebbero neppure essere considerate”. La fonte dei servizi lamenta come – se prima del conflitto si tendeva a considerare l’Ucraina come “un’altra Russia” e quindi a fare valutazione partendo da ciò – oggi “possiamo affermare che stiamo trattando con uno stato assolutamente differente, e quindi i nostri piani iniziali possono essere gettati nella spazzatura“.