“Oggi Bruxelles è il centro del mondo libero. Abbiamo deciso di intensificare il nostro sostegno all’Ucraina, inasprire le sanzioni contro la Russia e liberarci dai combustibili fossili russi“. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen arrivando al consiglio europeo dopo aver partecipato al vertice G7. “Domani insieme al presidente Biden presenteremo un nuovo capitolo nel nostro partenariato energetico. Si tratta di Gnl (Gas naturale liquido, ndr) aggiuntivo dagli Stati Uniti per l’Unione europea, che sostituisce il Gnl della Russia”. Gli Stati Uniti lavorano ad un piano per fornire all’Europa circa 15 miliardi di metri cubi di gas in più entro fine 2022.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato che la Germania dovrebbe avviare “quest’anno” la costruzione “di due terminali Gnl” aggiungendo che il governo federale è in trattativa con le aziende “per velocizzare la costruzione”. Due giorni fa il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani aveva annunciato di aver affidato a Snam “l’incarico per la negoziazione e l’acquisto di una delle navi da rigassificazione e per il noleggio di una seconda unità”. Al momento l’Italia dispone di 3 rigassificatori (Livorno, Panigaglia e che lavorano a circa il 50% della loro capacità.
In merito alla decisione di Vladimir Putin di chiedere il pagamento del gas russo solamente in rubli il cancelliere Scholz ha affermato che “Abbiamo esaminato” la questione e per il gas esistono “contratti fissi” che specificano che i pagamenti devono essere effettuati in euro o in dollari. “Questo è quello che conta”. “E’ una violazione contrattuale”, i contratti sarebbero considerati “violati” afferma il presidente del Consiglio Mario Draghi. “Il mercato del gas funziona male, i prezzi son speculativi, servono misure, ma di misure specifiche non si è discusso”, ha aggiunto Draghi spiegando che “Il terzo pilastro è l’aiuto che deve venire da Canada, Usa e grandi produttori di gas liquido”. I leader del G7 hanno inoltre concordato oggi di impedire ogni transazione con la Banca centrale russa, decisione che renderebbe di fatto impossibile pagare gas e petrolio in rubli, che dovrebbero essere prima ottenuti cambiando valute presso la stessa banca centrale. Intanto il mercato continua a interrogarsi sulla reale portata della mossa annunciata da Putin, nell’incertezza e dopo una giornata di forti oscillazioni, il gas ha chiuso in calo del 5,9% a 110 euro per megawatt/ora.