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Guerra in Ucraina, il campione di arti marziali Yegor Birkun ucciso nei combattimenti di Mariupol: lo stesso giorno avrebbe dovuto essere ai mondiali

Birkun era arruolato nel battaglione Azov, la formazione sulla quale sono gravati i sospetti di nazismo, di arruolare fanatici di estrema destra

di Simona Griggio

La guerra aveva cambiato tutti i suoi programmi di atleta. Ieri, giovedì 24 marzo, doveva partecipare con la nazionale Ucraina ai campionati del mondo Gma Mma ad Amsterdam. Ma nella stessa giornata Yegor Birkun, campione di arti marziali miste, è rimasto ucciso nella difesa di Mariupol. E’ la città che ha subito le più pesanti devastazioni e il maggior numero di vittime. La città martire utilizzata come termine di paragone davanti al parlamento italiano dal presidente Volodymyr Zelensky “Mariupol è come Genova, immaginate Genova completamente distrutta”. Birkun è caduto sul campo, per difendere la sua città dall’attacco dei russi. Prima l’annuncio della Federazione ucraina di arti marziali sulla sua pagina Facebook. Poi la conferma del servizio stampa dell’evento sportivo: “Il membro della squadra nazionale dell’Ucraina Yegor Birkun è morto difendendo Mariupol. Coraggioso, forte, leale. Eterna memoria dell’eroe”.

Birkun era arruolato nel battaglione Azov. E’ la formazione sulla quale sono gravati i sospetti di nazismo, di arruolare fanatici di estrema destra. Proprio la presenza del battaglione Azov è stata utilizzata da Vladimir Putin come motivazione del suo intervento in Ucraina: “Dobbiamo denazificarla”, è stata una delle parole d’ordine, ripetuta come un mantra. Il reggimento è inserito ufficialmente nei ranghi della Guardia nazionale, ma oggi i suoi comandanti respingono l’accusa di estremismo politico: “Il nazismo è lontanissimo da noi. La nostra posizione ufficiale, come Azov, è un’altra: siamo nazionalisti ucraini”. Ancora: “Ci sono stati neonazisti in passato, oggi non più. Ce ne siamo liberati. La verità è che ci siamo sempre preparati alla guerra contro la Russia, perché eravamo sicuri che dopo l’intervento in Crimea del 2014 non si sarebbero più fermati”.

Nel battaglione Azov era entrato anche Birkun. Il suo curriculum è stringato. Era cresciuto a Kryvyi Rih, nella zona centro meridionale del Paese. Aveva studiato al liceo scientifico e tecnico della città e poi si era laureato alla Kryvyi Rih National University. A pochi giorni dall’inizio dei campionati mondiali, per i quali si era allenato per mesi, la decisione: difendere la sua patria. Ora i social sono costellati di messaggi in sua memoria. “Con l’attacco della Russia ostile, i suoi piani sono cambiati e da vero patriota è andato a difendere il Paese in guerra”, scrive il Viking Team.

Gamma United States, l’associazione americana Mixed Martial Arts, scrive: “Nelle battaglie per la libertà dell’Ucraina è morta la medaglia d’argento del Campionato Europeo Yegor Birkun! Gamma Usa porge le sincere condoglianze per la perdita del membro della nostra famiglia di sport da combattimento in Ucraina! Siamo tutti un solo sport!”. Ma il messaggio più toccante è quello del coach Sergey Sukhinenko che su Facebook lo ricorda così: “Bello, gentile, intelligente e bellissimo. Yegor era mio studente, impegnato nella lotta greco-romana. Lui vivrà sempre nei nostri cuori, vivrà con noi, nella nostra memoria”.

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