“Le mie analisi sulla guerra in Ucraina hanno toccato delle consorterie molto potenti che si stanno coalizzando per colpirmi, a cominciare dal governo Draghi”. Così a “Piazzapulita” (La7) Alessandro Orsini, professore associato nel dipartimento di Scienze Politiche della Luiss, nonché uno dei massimi esperti di terrorismo in Italia, risponde al conduttore Corrado Formigli che gli chiede perché è stato violentemente offeso da più parti e messo all’angolo dalla Rai per le sue posizioni giudicate ‘filo-russe’.
Orsini evidenza la politica contradditoria dell’esecutivo guidato da Mario Draghi: “Io sono stato non soltanto sostenitore, ma anche teorico del governo Draghi. Nel maggio del 2019 per Rizzoli ho pubblicato il libro “Viva gli immigrati!”, in cui ho proposto un progetto diverso di espansione della Nato, anche perché il 4 dicembre 2018 in un’audizione al Senato avevo annunciato sostanzialmente che ci sarebbe stata l’invasione russa in Ucraina. E quindi per scongiurare questo incubo avevo pensato che la Nato si sarebbe dovuta espandere fondamentalmente in Nord Africa, anche a beneficio dell’Italia. In quel libro – continua – teorizzavo anche un governo di unità nazionale per l’Italia. Scrivevo che il futuro dei nostri figli non dipendeva dalla vitalità dei partiti, ma dalla potenza dello Stato italiano e l’unica possibilità per uscire dalla crisi era un governo di unità nazionale. Quando ho scritto queste cose, sono stato deriso, ma poi questo governo di unità nazionale c’è stato”.
Il direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss aggiunge: “Ho sempre sostenuto questo governo quando ha fatto politiche di pace, come per esempio in Libia. Quando il generale libico Haftar ha mosso guerra contro il governo di Tripoli e lo ha cinto d’assedio, il governo di Tripoli ha chiesto aiuto al governo Draghi, pregandolo di inviare armi. Il governo italiano ha risposto di no. E così il governo di Tripoli si è rivolto alla Turchia, che lo ha sostenuto militarmente. Poi però il governo Draghi con l’Ucraina ha fatto una scelta opposta, perché evidentemente non vuole che scoppi l’inferno in Libia, altrimenti l’Italia sarebbe travolta. L’Ucraina invece è lontana”.
Orsini, infine, replica alle feroci critiche di vari politici e testate giornalistiche, che lo hanno bollato come filo-putiniano: “Il Corriere della Sera, che è un quotidiano col quale sono cresciuto e a cui sono abbonato da anni, ha messo sulla mia bocca parole che non ho mai pronunciato. Lo stesso vale per Repubblica, che con il Corriere della Sera mi ha chiesto un’intervista e io ovviamente ho rifiutato. Il Corriere della Sera ha scritto che io non ho mai condannato chiaramente Putin. Questa è una grandissima menzogna. Ho sempre condannato fermissimamente l’invasione di Putin e sono stanco di ripeterlo, perché credo che sia umiliante per un professore universitario ribadirlo sempre. Ho sempre detto che Putin è l’aggressore e Zelensky l’aggredito”.