L’attacco alla cultura russa come la campagna condotta dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Vladimir Putin nel corso di un intervento a un premio culturale, non risparmia paragoni per parlare delle ritorsioni innescate in Europa e in America dall’invasione dell’Ucraina che toccano anche il mondo dell’arte e della cultura in genere. “L’infame ‘cancel culture’ si è trasformata nell’abolizione della cultura. Tchaikovsky, Shostakovich, Rachmaninov sono stati rimossi dalle stagioni concertistiche e anche gli scrittori russi e i loro libri sono banditi”, ha detto il capo del Cremlino. Che, per dare forza alla sua tesi, ha citato anche J.K.Rowling, la scrittrice di Harry Potter: “Ha venduto romanzi in tutto il mondo ma è stata censurata perché le sue opinioni cozzavano con i sostenitori della cosiddetta ‘teoria del gender'”. E, oggi, ha proseguito, “cercando di cancellare la nostra intera nazione millenaria, il nostro Popolo”.

Immediata la presa di distanza della “mamma” del maghetto che via Twitter ha sottolineato che le critiche alla “cancel culture” occidentale non possono essere fatte “da coloro che attualmente massacrano i civili o che imprigionano e avvelenano i loro oppositori”. La scrittrice ha inoltre inserito un hashtag di sostegno all’Ucraina, ricordando l’attività della sua associazione di volontariato, Lumos, in favore dei bambini, in particolari orfani, nel Paese europeo.

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