Per un attimo mettiamo da parte la guerra, quella vera, terribile, sostituiamo ai missili supersonici le bacchette magiche e trasferiamoci nella battaglia spettacolare di Fantastic Beast, The Secret of Dumbledore, tradotto per il mercato italiano Gli Animali Fantastici, i Segreti di Silente. Una maratona di effetti speciali dalle tecnologie sempre più sofisticate. E mai come in questo momento è quasi un sollievo entrare in una realtà alternativa che sembra uscire da un video gioco di bestie volanti, streghe, stregoni e castelli incantati perché The show must go on e il 29 marzo a Londra, debutta la madre di tutte le prime, in stile Gala Met, con look spettacolari che sfileranno sul red carpet.

L’ambientazione è quella del mondo dei maghi e avrà personaggi in comune con Harry Potter anche se la storia si svolge a New York settant’anni prima delle vicende della saga. Poi si trasferisce a Rio de Janeiro, a Liverpool e nei Leavesden Studios di Londra. Alla regia David Yates, al timone degli ultimi 4 Harry Potter, che dirige su uno script realizzato da JK Rowling (a quattro mani con Steve Kloves, insieme hanno già sceneggiato sempre lui, Harry Potter). Della trilogia Il Segreto di Silente potrebbe essere l’ultimo ma con la Rowling, che ha messo su un’infallibile macchina da soldi, non si può mai sapere. Infatti pare che siano in lavorazione altri due sequel di Fantastic Beast.

Per chi avesse perso il conto con Harry Potter, il colossal fantasy si basa su 7 libri, ma i film sono stati 8, l’ultimo è stato diviso in due parti tanto per allungare il brodo surreal/illusionista. Se si volessero vedere tutti insieme ci vorrebbero oltre 18 ore ( e una santa pazienza). Animali Fantastici, sequel numero tre, is going to get darker, ha chiosato la Rowiling, paillettata e scintillante, assomiglia sempre più a una Spice Girl, per rimanere nel solco british style.

Ed ecco entrare nel cast hollywoodiano (Jude Law, Ezra Miller, Eddie Redmayne, Mads Mikkelsen che ha rimpiazzato John Deep) già in rodaggio nelle prime due puntate, un pezzetto di Irpinia. Oliver Masucci, padre e nonni nati vicino ad Avellino, madre tedesca, lui è nato a Stuttgart, ma cresciuto a Bonn dove suo padre ha aperto una catena di ristoranti italiani. Il teutonico Oliver ha mantenuto un forte legame con le sue origini ben piantate nella campagna del Taurasi dove si immagina un futuro tutto green, da contadino amatoriale, producendo il suo olio e il suo vino con l’azienda vinicola Di Meo. Al Sud ci ritorna un paio di volte all’anno per una verace rimpatriata in famiglia. Oliviero, gli piace farsi chiamare così, è diventato famoso con “Lui è tornato”, la commedia farsa dove interpreta Hitler. Cosa succederebbe se ritornasse davvero? questo è il poco credibile fil rouge. In Italia il format è stato scimmiottato da “ Sono tornato”, con riferimento a Mussolini.

Oliver, intenso attore teatrale, dopo il successo mondiale della serie Dark, tre stagioni su Netflix, è adesso riconosciuto in mezzo alla strada, gli chiedono autografi e selfie. Per interpretare Anton Vogel, il Capo Supremo della Confederazione Internazionale di Maghi e Minister of Magic, non gli manca l’imponente fisique du role. Eppure i contrattempi durante la lavorazione non sono mancati: pandemia, sospensione delle riprese, lockdown, John Deep allontanato dal cast per evitare il boomerang di pubblicità negativa dalla sua battaglia legale con ex moglie malmenata Amber Heard. Ma pare che ne sia andato con un assegno di 50 milioni di dollari in tasca senza girare una scena. Spiccioli per la ricca Warnes Bros visto gli incassi al botteghino si prevedono stellari.

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