“Ieri è stata una giornata difficile per la Formula 1 e una giornata stressante per noi piloti“. Comincia così il comunicato dell’associazione che riunisce i piloti di F1 (Gpda), impegnati nel weekend del Gran Premio di Arabia Saudita. La nota ha dato il via libera definitivo al secondo weekend di gara, nonostante l’attacco missilistico che venerdì ha colpito un deposito Aramco a pochi chilometri dal circuito. Ma quelle righe iniziali fanno capire quanto la decisione sia stata sofferta, non unanime. I piloti hanno discusso fino alle 2.30 ora locale, in cinque hanno espresso il desiderio di non correre. Nomi di peso: Lewis Hamilton e il suo compagno di squadra in Mercedes George Russell, ma anche Fernando Alonso, insieme a Gasly e Stroll.
“Riuscire a mantenere la concentrazione su una pista così veloce mentre dall’abitacolo era possibile scorgere in lontananza il fumo provocato dall’accaduto è stato complicato. Eravamo preoccupati“, si legge sempre nella nota della Gpda. “Abbiamo avuto lunghe discussioni tra noi, con i responsabili delle nostre squadre e con le persone più anziane che gestiscono il nostro sport. Una grande varietà di opinioni è stata condivisa e dibattuta e, dopo aver ascoltato non solo i vertici della Formula 1 ma anche i ministri del governo saudita, i quali ci hanno fatto importanti rassicurazioni in merito alle misure di sicurezza che verranno prese, si è deciso di proseguire con lo svolgimento naturale del weekend”. “Il nostro augurio – concludono i piloti – è che il Gran Premio dell’Arabia Saudita 2022 venga ricordato per le nostre gesta in gara piuttosto che per l’incidente accaduto”.
La Gazzetta dello Sport racconta quali retroscena si celano tra le pieghe di questo comunicato. L’esito infatti non è stato così scontato. Il presidente della F1, Stefano Domenicali, ha tenuto una prima riunione con team e piloti. Poi quest’ultimi si sono riuniti per oltre tre e ore mezza, richiamando lo stesso Domenicali per ottenere ulteriori rassicurazioni. Il timore è che un evento così importante e seguito come il Gran premio di Formula 1 possa essere “sfruttato” per dare risalto a ulteriori attacchi. Alla fine però la maggioranza dei piloti si è convinta: il loro via libera era fondamentale. Solo successivamente la F1 e la Fia hanno redatto il comunicato ufficiale: si corre.