Anche la Rai, dopo quasi tutte le televisioni europee e internazionali, riprende le attività giornalistiche della sede di corrispondenza di Mosca. A partire dal 30 marzo, dunque, anche i cronisti della tv di stato italiana ricominceranno a lavorare dalla capitale russa, dopo lo stop arrivato all’inizio del mese. Lo annuncia una nota di Viale Mazzini. “La sospensione – ricorda la Rai – era stata determinata dalla recente normativa della Federazione Russa che prevede pene detentive per chi diffonde notizie ritenute unilateralmente ‘non fondate’ dalle autorità russe sull’invasione in Ucraina e sulle sanzioni imposte da vari Paesi. Dopo un attento esame della normativa e il confronto con le esperienze degli altri network internazionali, nonostante questa legge sia ancora in vigore la Rai ha ritenuto comunque importante riprendere il flusso informativo dalla Federazione Russa”.
Per questa ragione “i corrispondenti e gli inviati nella Federazione Russa, con la consueta direzione delle testate giornalistiche, riprenderanno a informare gli italiani dalla Federazione Russa sulle questioni politiche, economiche e sociali, avendo cura di tutelare l’incolumità e l’integrità dell’azione professionale svolta. Al tempo stesso – conclude la nota – la Rai continuerà a informare il suo pubblico sull’invasione in Ucraina e sulle sanzioni economiche dei Paesi occidentali alla Federazione Russa, in modo libero e senza condizionamento alcuno, dalle redazioni centrali in Italia e dagli uffici di corrispondenza nei Paesi al di fuori della Federazione Russa”.
Una decisione che era stata anticipata nei giorni scorsi Antonio Di Bella, ex direttore di RaiNews e attuale responsabile del Daytime: “Posso dire che la Rai sta lavorando per far tornare i giornalisti in Russia”, aveva detto a Mezz’ora in più. “La Rai avrà le sue buone ragioni, noi siamo dei dipendenti obbedienti e rispettiamo gli ordini, pur talvolta non capendoli. Io sono a Mosca e constato che ci sono altre testate internazionali che hanno ricominciato ad operare già da tempo, e sono tantissime, dalla Bbc a France Press, Associated Press, Washington Post, giapponesi, indiani, arabi, cinesi. La Rai no“, aveva dichiarato nei giorni scorsi Marc Innaro, responsabile dell’ufficio di corrispondenza della televisione pubblica da Mosca. Lo stesso Innaro aveva scritto a Carlo Fuortes e a tutto il vertice Rai per sollecitare il ripristino delle corrispondenze. “Tutti stanno tornando, perché noi siamo ancora chiusi? Cosa aspettiamo a riaprire?”, era il tono della missiva del corrispondente da Mosca.