Giuseppe Conte lancia un appello in vista del voto sulla leadership del Movimento e delinea i punti fermi della sua candidatura: “È un momento cruciale: il 27 e 28 marzo tocca a voi – scrive sui canali social -. È un momento cruciale per me, per il Movimento 5 Stelle, per la nostra comunità, per le nostre battaglie. È ora di dire cosa vogliamo essere e cosa non vogliamo essere. Il 27 e il 28 marzo tocca a voi”.
“Rispondiamo con un nuovo voto democratico a ricorsi e cavilli che non possono fermare la nostra volontà politica. Chiedo nuovamente la vostra fiducia, non mi interessa prendere il 50,1% dei voti. Dico sinceramente che se il risultato fosse così risicato sarei il primo a fare un passo indietro. Il movimento in questo momento ha bisogno di una leadership forte, di una forte investitura. In caso di una decisa riconferma le cose inevitabilmente cambieranno. Non sono stati mesi facili, stiamo dando vita a un M5s che si rinnova, un cambiamento che ha incontrato resistenze anche al nostro interno, malumori e distinguo. Questo ha offerto l’immagine di un movimento diviso e ha richiesto una dose aggiuntiva di pazienza. Non posso accettare che ci sia chi rema contro le nostre battagli e la nostra azione politica, non posso accettare che proprio al nostro interno ci sia chi lavora per interessi propri”.
Poi, continua: “Non votatemi se pensate che il M5S debba essere nella stanze dei bottoni anziché in mezzo alle persone. Non votatemi se pensate che il M5S debba diventare una forza moderata e conservatrice. Non votatemi volete un M5S che voglia piacere a tutti… Ora non basta più rimanere sulla difensiva. Sono disposto ad avere tutti contro se questo significa fare l’interesse dei cittadini. Se mi darete una fiducia piena sarò il presidente di un movimento che dice no a un aumento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato, soprattutto in un momento del genere. Diremo sì a un aumento choc sugli investimenti per le rinnovabili. Sarò il presidente di un movimento che lotta per i lavoratori con paghe da fame e che non fa spallucce di fronte al dilagare di contratti precari di un mese, perché non è questa l’Italia che vogliamo. Sarò il presidente di un movimento che lascia centrali a carbone e nucleari fuori dai nostri programmi di sviluppo… “