Un esempio di alleanza stupefacente fra intelligenza artificiale e studiosi, rigorosamente umani, si chiama Ithaca: questo programma innovativo è in grado di ricostruire con un’esattezza impensabile le parti mancanti di epigrafi antiche di cui rimangono solo frammenti. Non solo, anche di localizzarle e datarle. Ce lo illustra la ricercatrice Thea Sommerschield, co-autrice del progetto
Due poli apparentemente inconciliabili. L’intelligenza artificiale e quella umana, un classico della letteratura fantastica e della cinematografia. Da una parte ci sono macchine nemiche dell’uomo, come Hal di “Odissea 2001 nello spazio” e Ava di “Ex machina”. Dall’altro macchine amiche, persino più umane degli umani, come Rachael, la dolce creatura di “Blade Runner”. Ma è nella realtà che esistono le grandi storie ancora da raccontare. Un esempio di alleanza stupefacente fra intelligenza artificiale e studiosi, rigorosamente umani, si chiama Ithaca. E, sorpresa, riguarda le discipline umanistiche. Obiettivo comune? “Prevedere il passato”.
È un progetto rivoluzionario che serve a decifrare i testi classici. Ecco il motivo che sta dietro il suo nome evocativo. Itaca, la patria di Ulisse. Storia, letteratura, poesia, epigrafia con Ithaca possono ricevere un impulso mai avuto per la collocazione nel tempo, nel luogo di origine e nella ricostruzione dello stesso contenuto testuale dei reperti antichi. Quali? Per ora è stato usato con successo per decifrare le epigrafi dell’antica Grecia. Ma cosa può fare questo straordinario programma? E’ in grado di ricostruire con un’esattezza impensabile le parti mancanti di epigrafi antiche di cui rimangono solo frammenti. Non solo, anche di localizzarle e datarle. Ma è anche uno straordinario esempio di come l’alleanza fra essere umano e intelligenza artificiale dia risultati straordinari. Perché la precisione massima di questi dati Ithaca la raggiunge a braccetto, si può dire, con gli studiosi.
Un esempio? Ithaca è in grado già da sé di integrare le lacune testuali con una precisione del 62 per cento, come spiega la ricercatrice Thea Sommerschield. Ma nel momento in cui gli studiosi combinano la propria conoscenza storica con l’input di Ithaca, la loro performance sale dal 25 al 72 per cento. Insomma: l’alleanza fa arrivare la conoscenza alle più alte vette.
Thea Sommerschield, co-autrice dello studio, spiega: “Speriamo che modelli come Ithaca possano inaugurare una nuova stagione di ricerca collaborativa fra intelligenza artificiale e discipline umanistiche, rivoluzionando il modo in cui studiamo e scriviamo la storia di alcuni dei periodi più significativi nell’umanità”. Ithaca è nata dalla collaborazione fra Ca’ Foscari Università di Venezia e la DeepMind di Google, insieme alla facoltà di lettere classiche di Oxford e il dipartimento di informatica di Atene AUEB.
Qual è la precisione di Ithaca nell’attribuire iscrizioni alla loro ubicazione originaria, al luogo dove sono state scritte? Arriva in questo caso al 71 per cento. La datazione poi ha uno scarto inferiore ai 30 anni. Il modello, illustrato e analizzato sulla rivista Nature, è stato progettato per massimizzare il potenziale collaborativo tra l’intelligenza artificiale e gli storici che studiano questi testi. Perché è importante datare con precisione questo materiale? “Le iscrizioni antiche ci offrono un’importantissima risorsa per ricostruire la lingua, la mentalità, la società, la religione del mondo antico”, spiega Thea Sommerschield. E illustra come nel corso dei secoli moltissime iscrizioni sono state danneggiate e parti del loro testo sono ora perdute o illeggibili, mentre altre sono state trasportate lontano dalla loro ubicazione originaria e la loro datazione è incerta. Ricostruire la data, luogo di scrittura e parti di testo mancante sono operazioni di primaria importanza per il lavoro di storici specializzati chiamati epigrafisti.
Una rivoluzione: l’impiego dell’intelligenza artificiale in campo umanistico potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui studiamo e scriviamo la storia di alcuni dei periodi più significativi nell’umanità: “Riteniamo che nuovi modelli di machine learning come Ithaca possano aiutare studiose e studiosi ad espandere e approfondire la nostra comprensione della storia antica, proprio come i microscopi e i telescopi hanno avanzato le scienze”.
Ithaca è già stata utilizzata per dibattiti metodologici attuali nello studio della storia greca. L’esempio di datazione di un’epigrafe dibattuta dagli storici che ha cambiato le prospettive, una volta accertata? La datazione controversa di una serie di importanti decreti ateniesi ritenuti antecedenti al 446/445 a.C. mentre studi recenti suggeriscono che questi documenti siano stati scritti intorno al 420 a.C. “È straordinario come Ithaca preveda per questi decreti una data media del 421 a.C., allineandosi dunque con i più recenti progressi nella disciplina e dimostrando come l’intelligenza artificiale possa contribuire ai dibattiti storici correnti”, aggiunge la ricercatrice.
Ma qual è l’importanza di stabilire con precisione una data esatta? “Nonostante possa sembrare una differenza di solo pochi anni, la postdatazione di questi testi ha notevoli implicazioni per la nostra comprensione della storia politica di Atene nell’età classica”. E’ la sua conclusione. Ithaca è un esempio di intelligenza che si completa con l’elemento umano. Aiuta gli storici a interpretare il passato. E’ lo sguardo privilegiato di un ‘microscopio’ lanciato nel tempo. In questo modo fa capolino l’apparente paradosso espresso nella frase “prevedere il passato”. Come un aruspice, un antico indovino in grado di anticipare il futuro osservando alcuni semplici segni come il volo degli uccelli, qui è possibile ricostruire e raccontare antichi eventi solo partendo dai pochi segni residui di un’epigrafe. “Abbiamo voluto rendere il programma accessibile a quante più persone possibili, per questo abbiamo pensato anche a un sito gratuito disponibile a tutti”, spiega ancora Thea Sommerschield. Perché Ithaca ha stretto una partnership con Google Cloud e Google Arts & Culture.
E’ già disponibile un’interfaccia open source e pubblicamente accessibile per l’utilizzo di Ithaca per ricerche personali di studio. Il passo successivo, adesso, è sviluppare versioni aggiuntive di Ithaca in grado di ripristinare il testo in altre lingue antiche, tra cui accadico, demotico, ebraico e maya. Intelligenza artificiale impiegata nella cultura. Ma che ha bisogno dell’elemento umano per portare alla luce nuove prospettive. Anche nella letteratura e nella poesia. Pensiamo alla poetessa greca, vissuta a Lesbo fra il VII e VI secolo a. C. “Sarebbe fantastico se grazie a Ithaca si riuscisse, per esempio, a tradurre meglio i testi classici di Saffo”, conclude la ricercatrice. Le sue liriche potrebbero ancora svelare qualcosa sul contesto della società di allora e sulla vita delle fanciulle del tiaso. Il luogo in cui lei le educava all’arte e alla musica.