Giuseppe Conte incontrerà Mario Draghi e cercherà di ottenere rassicurazioni sulle spese militari. Dopo aver ripetuto più volte di essere contro l’aumento dei fondi per le armi, il leader del Movimento 5 stelle spiega che intende discutere di questo tema direttamente col premier. “Spero in una prospettiva di buon senso”, dice Conte a In Mezz’ora in Più su Rai tre. Mentre gli iscritti al Movimento 5 stelle stanno votando online sulla sua leadership, l’ex presidente del consiglio ha spiegato che Il M5s “non pensa assolutamente in questo momento a una crisi di governo. Però siamo la forza di maggioranza relativa: se si tratta adesso di discutere un nuovo indirizzo, che non era nel patto fondativo di questo governo, faremo valere la nostra presenza e la forza delle nostre ragioni”.
“Il governo ci deve ascoltare, non può forzare” – Un concetto ripetuto più volte. “Siamo fermamente contrari a un incremento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato. Di fronte all’instabilità di questo conflitto non si può rispondere con una reazione emotiva e alcune spinte a un riarmo indiscriminato. Non possiamo distrarre risorse rispetto ai pilastri della sicurezza dei cittadini italiani, in questo momento di grande difficoltà economica e sociale, e investire fondi straordinari nel riarmo. Noi siamo assolutamente contrari”. Parlando di spesa militare Conte ha fatto alcuni distinguo: “Non parlo dell’ammodernamento tecnologico della difesa, degli investimenti che vanno fatti, anche sulla cybersecutiry“. Poi ha ricordato che “i 27 paesi dell’Unione europea fin qui spendono 4 volte la Russia e un pò meno della Cina. Bene la bussola strategica, bene rafforzare il pilastro della difesa comune europea, ma abbiamo del cammino da fare prima di investire reagendo sull’onda emotiva. Io non sono contrario a un incremento fisiologico della spesa militare, qui stiamo parlando di fondi straordinari, non possiamo distrarre dalle spese fondamentali per i cittadini”. Proprio per questo motivo ha in programma un incontro con Draghi. “Il governo ci deve ascoltare, non può forzare. Se il governo non ci ascolta, non ascolta la forza di maggioranza relativa” e spinge per “spese straordinarie” è “il governo che forza la mano”. E ancora: “Il governo non ci deve mettere davanti al fatto compiuto di un incremento consistente delle spese militari, perché non è nato per questo ma per affrontare emergenza economica e sociale, ora anche energetica, e attuare il Pnrr”.
“Bene che Draghi senta Putin” – Sul fronte della diplomazia Conte ha detto di credere che “per l’Italia ci sia uno spazio per recitare un ruolo importante nell’ambito dell’Unione europea e della comunità internazionale per questo conflitto in corso. Bene che Draghi possa sentire Putin nei prossimi giorni, come ha detto. Quando c’è un conflitto del genere, bisogna mantenere la massima concentrazione per la de-escalation”. Secondo l’ex premier “l’Italia può recitare un ruolo da protagonista. Tutti gli interventi, pur nella ferma condanna, devono essere orientati verso la soluzione politica. L’Italia deve premere per questo, qualsiasi iniziativa al di fuori di questa prospettiva contrasta con il nostro interesse nazionale e con il ritorno della pace e della stabilità”.
“Nessun atteggiamento filo putiniano nella maggioranza” – Nei giorni in cui i 5 stelle vivono il caso di Vito Petrocelli, il presidente della commissione Esteri del Senato che non ha votato a favore dell’invio delle armi all’Ucraina, l’ex presidente del consiglio ci ha tenuto a chiarire che “il Movimento non discute la collocazione euroatlantica, visto che ci vogliono attribuire atteggiamenti ambigui”. Poi ha ricordato che “c’è una ferma condanna del Movimento Cinque Stelle per la aggressione russa. Putin ha commesso un grande errore nella storia”. Quindi, intervistato da Lucia Annunziata, ha spiegato di non aver mai “messo in dubbio che gli accordi presi nel 2014 con la Nato. Ma la tempistica non può essere un dogma indiscutibile. I nostri alleati conoscono la sofferenza dell’Italia dopo due anni di pandemia, le difficoltà maggiori rispetto ad altri Paesi”. In generale l’ex premier sostiene di non credere all’esistenza di “una componente organizzata filo-putiniana in Italia. Anche Salvini ha operato una svolta nelle sue dichiarazioni, anche sulle armi. Non mi sembra assolutamente, nell’ambito delle forze politiche che sostengono il governo, ci sia il rischio di un atteggiamento filo-putiniano”. E a questo proposito ha parlato anche dell’ormai nota missione russa in Italia durante il Covid nel 2020: “Il Copasir ha già chiarito che non c’è stato nessun elemento di criticità o spionaggio. Non c’è alcun elemento ma c’è quell’affascinante pratica italiana del complottismo e dietrologia”.
“Ho incontrato resistenze interne”- Un passaggio dell’intervista è stato dedicato anche al voto in corso tra gli iscritti dei 5 stelle, visto che ieri Contea aveva chiesto di avere “una fiducia piena”. Su Rai tre ha spiegato cosa intende: “Da quando ho iniziato questo nuovo impegno, come era inevitabile in una struttura complessa, ho incontrato delle resistenze rispetto a questo nuovo corso. Il vero tema è che noi, per riconquistare la nostra forza ed esprimerla al massimo, abbiamo bisogno di compattezza. Non significa uccidere il dibattito interno. Anzi, ogni decisione la prendiamo con vertici che non finiscono mai. Il tema vero è che poi ci deve essere una sintesi e poi bisogna tutti remare nella stessa direzione. Ma se si continua con distinguo o resistenze striscianti si mina la nostra capacità di azione politica”.