Un ordine arrivato da Mosca di filmare video di propaganda “per screditare l’atteggiamento delle forze ucraine nei confronti dei prigionieri di guerra”. È la tesi del gruppo hacker Anonymous, che pubblica un documento attribuito al ministero della Difesa russo. Sulla veridicità dell’atto però sorgono alcuni interrogativi, speculari a quelli sollevati sul video che mostra alcuni soldati con l’uniforme ucraina sparare ai prigionieri russi, gambizzandoli, durante un’operazione nella regione di Kharkiv. Oggi il consigliere della presidenza ucraina, Oleksiy Arestovych, ha annunciato una “inchiesta immediata” da parte del governo di Kiev. Anonymous nel mostrare il documento sul suo account Twitter tuttavia non fa nessun riferimento specifico a questo video.
Leaked document from Russia with order to film propaganda videos in order to discredit the attitude of Ukrainian forces to POWs pic.twitter.com/OofICo21QQ
— Anonymous (@YourAnonNews) March 28, 2022
Gli interrogativi sulla firma in calce – Il documento pubblicato da Anonymous non è firmato dal generale Sergei Shoigu, bensì dal vice ministro Dmitry Bulgakov. Shoigu è un fedelissimo di Putin, ma per 12 giorni era scomparso dai radar, prima di riapparire sabato 26 marzo in un video diffuso dalla televisione russa. La data invece è quella 21 marzo 2022, una settimana fa. Alcuni interrogativi, come hanno sottolineato in molti utenti sotto al tweet, riguardano però la firma in calce al documento. Cercando su Google la parola “подпись”, ovvero “firma” in russo, la sesta immagine che appare è una firma identica a quella attribuita Bulgakov (vedi foto qui sotto). Questa immagine però rimanda a un articolo dal titolo “Test: cosa dice la tua firma?” del sito onedio.ru. Inoltre, il giornalista freelance russo Leonid Ragozin, che per 14 anni ha collaborato con la Bbc, oltre a scrivere per giornali come Al-Jazeera, Bloomberg, Guardian, Politico e Washington Post, ha postato le lettere pubblicate dal deputato della Duma Andrey Alshevskikh nel 2018 e nel 2020, in cui appare la firma di Bulgakov ed è molto diversa da quella che si vede nel documento di Anonymous. Altri utenti Twitter sottolineano la somiglianza del documento pubblicato da Anonymous con un altro atto diffuso da alcuni media ucraini nei giorni scorsi, in cui si parlava di una presunta propaganda orchestrata da Mosca per nascondere l’assenza del ministro e generale Shoigu dalla vita pubblica.
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Ecco cosa appare su Google cercando la parola “подпись”, ovvero “firma” in russo. La sesta immagine è identica alla firma che appare in calce al documento di Anonymous
Even if we assume that Shoygu is no longer in charge and there is an acting defence minister in his place, here are samples of deputy defence minister Bulgakov’s signature in letters published by Duma MP Andrey Alshevskikh on FB in 2018 and 2020. https://t.co/LmwWCSEEzq pic.twitter.com/yzkZu6HpYM
— Leonid Ragozin (@leonidragozin) March 28, 2022
Cosa si legge nel documento – Il testo pubblicato dagli hacker invece non lascia spazio a interpretazioni. Il punto 1 recita: “Sviluppare e distribuire una serie di materiali video che dimostrino il comportamento disumano del personale militare delle Forze armate ucraine e delle formazioni nazionaliste sul territorio dell’Ucraina in relazione ai prigionieri che hanno espresso il desiderio volontario di arrendersi”. Questo perché, si legge nella premessa, sono stati pubblicati molti video “sul comportamento amichevole con i prigionieri sul territorio dell’Ucraina” e questo “rafforza nel personale militare delle Forze armate della Federazione Russa il senso di impunità e la possibilità di evitare facilmente l’obbligo di pagare il proprio dovere militare durante un’operazione speciale sul territorio dell’Ucraina”.
Nel terzo punto del documento pubblicato da Anonymous vengono si legge inoltre un’altra indicazione: “Fornire supporto informativo ai materiali (video, ndr) nei commenti, indicando come argomento principale la violazione della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra”. La terza Convenzione di Ginevra del 1949, all’articolo 13 sancisce che “i prigionieri di guerra devono essere trattati sempre con umanità“. Inoltre, “nessun prigioniero di guerra potrà essere sottoposto a una mutilazione fisica o a un esperimento medico o scientifico di qualsiasi natura, che non sia giustificato dalla cura medica del prigioniero interessato e che non sia nel suo interesse”.