Per il sindacato si tratta di una "brutta sorpresa" e così si abbassa "la guardia sui pericoli" della diffusione di Sars-Cov-2. Mentre il M5s promette un emendamento alla legge di conversione, perché è "francamente impensabile" che "non si riescano a trovare coperture e risorse" per la loro tutela
C’era nella bozza, è scomparso dal testo finale del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale. Attorno alla scelta di non prorogare al 30 giugno tutte le disposizioni per tutelare lavoratrici e lavoratrici fragili, garantendo la possibilità del lavoro agile per altri tre mesi, monta la polemica. Per la Cgil si tratta di una “brutta sorpresa” e così si abbassa “la guardia sui pericoli” della diffusione di Sars-Cov-2. Mentre il M5s promette un emendamento alla legge di conversione, perché è “francamente impensabile” che “non si riescano a trovare coperture e risorse” per la loro tutela.
“Non condividiamo la scelta del governo di non prorogare al 30 giugno 2022 tutte le disposizioni, in scadenza il 31 marzo, volte a tutelare i lavoratori e le lavoratrici del settore privato e del settore pubblico in condizione di fragilità”, dicono la Cgil nazionale e la Fp Cgil. Il decreto “ha portato allo scoperto una brutta sorpresa per tutti i lavoratori e le lavoratrici in condizione di fragilità certificata o grave disabilità riconosciuta e per tutti i genitori con figli e figlie in tali condizioni: dal 1 aprile perderanno le tutele finalizzate a scongiurare il rischio di contagio da Covid-19″ grazie allo svolgimento del lavoro in modalità agile.
“Riteniamo necessario che nei luoghi di lavoro non si abbassi la guardia sui pericoli dalla diffusione del virus Sars-Cov-2 – proseguono Cgil e Fp Cgil – sia continuando ad adottare i protocolli, sia mantenendo ogni cautela idonea a salvaguardare la salute e la sicurezza di tutta la popolazione, a cominciare da chi è più esposto ai rischi del contagio”. Per questo i sindacati chiedono al governo di “rivedere questa scelta, nel frattempo chiederemo in tutte le amministrazioni la proroga degli accordi in essere adoperandoci per tutelare i soggetti interessati”. Sul tema è intervenuto anche il Movimento Cinque Stelle, parlando di una scelta “che ci ha sorpreso e che non condividiamo”.
Per questo annuncia la capogruppo in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Vittoria Baldino, un “emendamento alla legge di conversione” che “però necessita anche dell’approvazione del Senato, fattore che andrebbe a incidere” sulle tempistiche. “Auspichiamo quindi che il governo intervenga il prima possibile con una norma che possa estenda la proroga e metta in sicurezza le categorie più fragili anche perché è francamente impensabile che non si riescano a trovare coperture e risorse per far rientrare all’interno delle tutele le persone che si trovano in condizione di fragilità”.