Oggi, 28 marzo 2022, ricorre la giornata mondiale dedicata all’endometriosi. L’iniziativa nasce con l’intento di sensibilizzare e rendere consapevoli le conseguenze che tale patologia comporta, al fine di suscitare maggior interesse sociale e sanitario.

La prevalenza globale dell’endometriosi è stimata tra il 2% e il 10% nelle donne in età riproduttiva e nel 30-40% delle donne con dolore pelvico cronico o problemi di fertilità. Si tratta di una condizione cronica, neuro-infiammatoria, caratterizzata dalla presenza del tessuto endometriale al di fuori dell’utero, tale da causare non solo dolore nella zona pelvica, ma anche irregolarità nel ciclo mestruale, difficoltà nell’emissione dell’urina, alterazione ano-rettale e molto spesso dispareunia e altre difficoltà sessuali. Nonostante i sintomi importanti uno dei problemi principali dichiarato dalle pazienti è la difficoltà nel ricevere una diagnosi tempestiva. Tale ritardo sembrerebbe essere causato dalla complessità dei sintomi dell’endometriosi, spesso associati ad altre condizioni cliniche oppure alla possibilità che si possa sviluppare senza sintomi e alla sua eterogeneità, ma a volte anche a un atteggiamento dei medici poco attento al dolore genitale femminile.

Attualmente, sono riconosciuti tre fenotipi dell’endometriosi:
lesioni peritoneali superficiali (SUP) in cui il tessuto endometriale riveste la cavità pelvica e viene considerata la forma meno grave;
lesioni ovariche (OMA) che si presentano come masse cistiche localizzate all’intento dell’ovaio;
endometriosi profonda infiltrante (DIE) in cui le lesioni peritoneali profonde possono essere identificate sia all’interno del tessuto più profondo, come i legamenti utero-sacrali, oppure infiltrarsi lungo la muscolatura delimitata da organi quali utero, vescica, intestino, uretere. La DIE è considerata la forma più grave.

L’anamnesi tramite colloqui risulta essenziale perché permette di raccogliere informazioni sulla storia familiare e individuale e mette le basi del possibile trattamento individualizzato. La gestione dell’endometriosi dovrebbe essere multidisciplinare per includere aspetti relativi all’educazione al dolore e fisioterapia del pavimento pelvico, trattamenti medici e psicosessuologici.

Nel quadro psicologico, gli aspetti maggiormente colpiti possono essere l’immagine di sé, complicazioni nell’area lavorativa, relazionale e sessuale. I cambiamenti dovuti alle conseguenze che comporta tale patologia sono spesso fonte di limitazioni di attività quotidiane, compromettendo la qualità di vita generale e sessuale. A causa della sintomatologia clinica dell’endometriosi, molte donne possono presentare un funzionamento sessuale alterato, associato ad una minore soddisfazione sessuale e dolore genitale. Tali condizioni possono influenzare negativamente le relazioni intime. La dispareunia (dolore durante il rapporto di penetrazione) ad esempio, è dieci volte più frequente nelle donne con endometriosi e può portare ad un evitamento dei rapporti sessuali. Infatti la sensazione dolorosa percepita provoca una reazione di “paura- evitamento”, tale da compromettere la normale funzionalità dell’eccitazione e del desiderio.

La comparsa di disturbi dell’umore e dell’ansia, la difficoltà riscontrata nelle strategie di coping, possono essere cruciali nello sviluppo della disfunzione sessuale. Recenti studi hanno osservato calo del desiderio, minore frequenza dei rapporti sessuali, scarsa soddisfazione nei partner maschili di donne con endometriosi. Gli studi disponibili sono ancora pochi, tuttavia sarà di estrema importanza approfondire le dinamiche esperienziali dei partner di donne affette da endometriosi.

Dalle informazioni presenti in letteratura sembrerebbe che disfunzioni sessuali, infertilità, turbamenti relativi ad una possibile infertilità, senso di colpa, disagio, siano le sensazioni più comuni presenti in tale condizione.

Alla base di ciò, una diagnosi precoce costituirebbe una gestione più rapida ed efficace dei trattamenti. Il lavoro in equipe condotto da ginecologici, psico-sessuologi, fisioterapisti del pavimento pelvico, garantirebbe una completa alleanza terapeutica, garantendo sostegno nelle aree maggiormente colpite e risposte personalizzate. Offrire appoggio alle donne con endometriosi e ai loro partner è una preziosa possibilità per poter stabilire l’equilibrio individuale e di coppia.

Ringrazio la dr.ssa Ilaria Lenoci per la collaborazione

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