L'ex magistrato e l’ex avvocato penalista Giancarlo Chiariello sono imputati di corruzione in atti giudiziari per quattro episodi di tangenti: entrambi erano stati arrestati ad aprile 2021 e si trovano in custodia cautelare ai domiciliari dopo un periodo in carcere. Secondo l’accusa, De Benedictis riconosceva i domiciliari in favore di indagati (difesi da Chiariello) per reati di mafia o aggravati dal metodo mafioso in base a un accordo corruttivo
La gup del Tribunale di Lecce, Laura Liguori, ha condannato a nove anni e nove mesi di carcere l’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis e l’ex avvocato penalista Giancarlo Chiariello, imputati di corruzione in atti giudiziari per quattro episodi di tangenti in cambio di scarcerazioni. Le pene inflitte al termine del processo in rito abbreviato sono state più elevate delle richieste della Procura, rispettivamente di otto anni e nove mesi per De Benedictis e di otto anni e cinque mesi per Chiariello. Entrambi erano stati arrestati ad aprile 2021 e si trovano tuttora in custodia cautelare ai domiciliari dopo un periodo in carcere: secondo l’accusa, l’ex giudice firmava provvedimenti di attenuazione delle misure cautelari, riconoscendo i domiciliari in favore di indagati (difesi da Chiariello) per reati di mafia o aggravati dal metodo mafioso. Fra i due – si legge nel capo d’imputazione – ci sarebbe stato un accordo corruttivo in base al quale i domiciliari venivano concessi dietro pagamento di somme di denaro. La circostanza è stata riferita in tempi diversi da due collaboratori di giustizia e in seguito emersa da intercettazioni ambientali e telefoniche. Sia De Benedictis che Chiariello sono stati invece assolti “perché il fatto non sussiste” da una quinta imputazione di corruzione e rivelazione del segreto d’ufficio.
Condannato inoltre a quattro anni l’avvocato Alberto Chiariello, figlio di Giancarlo (ritenuto responsabile di tre episodi) e a tre anni e otto mesi Danilo Pietro della Malva, collaboratore di giustizia, uno dei clienti che secondo la gup hanno usufruito delle scarcerazioni frutto degli accordi corruttivi. Ad entrambi sono state riconosciute le attenuanti generiche. Assolti invece gli altri cinque imputati: Marianna Casadibari (avvocatessa nello studio dei Chiariello), Nicola Vito Soriano (appuntato dei Carabinieri in forza alla polizia giudiziaria di Bari), Roberto Dello Russo, Antonio Ippedico e l’avvocato Pio Michele Gianquitto, accusati di altri episodi di scarcerazione tramite corruzione. I quattro indagati dovranno pagare le spese processuali in favore dello Stato e versare 30mila euro di risarcimento al ministero della Giustizia. Giancarlo e Alberto Chiariello dovranno anche risarcire l’Ordine degli avvocati di Bari, costituito parte civile. L’importo del danno sarà quantificato in sede civile. È stata infine ordinata la confisca della somma di 30.500 euro nei confronti di De Benedictis e quella del denaro – pari a circa 1,2 milioni di euro – sequestrato a Giancarlo Chiariello. I quattro sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e incapaci in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione.
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