A volte la fantasia supera la realtà. O meglio ancora: a volte il confine tra fantasia e realtà diventa invisibile. Cosa che, nella cultura di massa, capita ormai da molto tempo. Negli Stati Uniti della Seconda Guerra mondiale molti fumetti vedono i loro personaggi eponimi ‘arruolati’ nella guerra contro il nemico (se non addirittura – come nel caso di Captain America – appositamente creati per combattere contro i nazisti). Questa è una cosa che accade anche a Terry and the Pirates, fumetto di Milton Caniff, edito dal 1934: nel numero del 17 ottobre 1943, il personaggio principale, Terry, è arruolato in aviazione, e il suo colonnello gli spiega le ragioni ideologiche e morali per cui si deve combattere.

La sequenza di vignette diventa nota come Il credo del pilota, e, dopo essere stata letta nel Congresso Usa, è stata distribuita a lungo agli allievi piloti delle forze armate statunitensi. Non solo: quando, nella storia a fumetti Terry ottiene una promozione, importanti quotidiani ne danno pubblicamente la notizia sulle loro pagine e l’aviazione americana gli invia (o meglio, invia all’autore) una vera e propria tessera con tanto di numero di matricola.

Si potrebbe supporre che una simile confusione tra finzione e realtà sia stato un effetto prodotto dalla tensione degli anni di guerra; ma non è propriamente così: il 9 giugno 1980 il presidente Jimmy Carter ha consegnato alla vedova di John Wayne, morto da un anno, la Presidential Medal of Freedom, con queste motivazioni: “Il Presidente degli Stati Uniti conferisce questa Medaglia Presidenziale della Libertà a John Wayne. John Wayne è stato sia un esempio che un simbolo della vera determinazione americana. Attraverso i suoi innumerevoli ruoli, il ‘Duke’ conduce ancora milioni di individui verso avventure eroiche in difesa dell’equità e della giustizia. Incorpora i solidi valori americani dell’individualismo, del tenace coraggio e della perseveranza in nome di ciò che è giusto. Egli è stato la quintessenza del patriota e sarà ricordato particolarmente ogni volta che la nostra Nazione debba affrontare una sfida che richieda un fermo coraggio”.

Più che il tono enfatico colpisce il fatto che l’onorificenza sia stata conferita non tanto alla persona-John Wayne, che non ha mai combattuto nessuna battaglia nella sua vita reale, ma ai personaggi eroici da lui interpretati. E questo è già impressionante.

Ma poi il fatto è che da lì in avanti il confine tra fantasia e realtà politica è stato varcato molte altre volte, tutte assai significative: due attori di film d’azione, Ronald Reagan e Arnold Schwarzenegger, sono stati il primo governatore della California e poi presidente Usa; e il secondo governatore della California. Poi il cinema ha lasciato spazio alla televisione: da lì, in varie forme, hanno attinto risorse comunicative Silvio Berlusconi; poi Beppe Grillo (sebbene solo la prima parte della sua carriera si sia svolta sugli schermi televisivi); poi Donald Trump (mattatore del reality show televisivo The Apprentice); e infine Volodymyr Zelens’kyj, la cui carriera politica è stata lanciata dalla serie tv Servitore del popolo.

A proposito, La7 ha acquistato i diritti della serie: sarà molto interessante seguirla, per scoprire quale sia stata la narrazione che ha trasformato questo attore in un leader politico importante e poi, addirittura, nel presidente dell’Ucraina.

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