“C’è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono. Ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti. Perciò rinnovo il mio appello: basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace!”.
Queste sacrosante parole di Papa Francesco esprimono il grido di dolore dei Popoli vittime di questa ignobile guerra. Appare certo che questa non è una guerra tra Popoli, ma tra capi di Stato e di governo, che tutelano interessi di lobby o addirittura personali e che cercano di imporre questa ignominia attraverso una martellante, contraddittoria e inaffidabile propaganda che offusca le menti di tutti e scuote le coscienze delle persone più oneste.
Mi hanno colpito in modo estremamente negativo le parole di Biden, che è il capo della più grande potenza militare del mondo, e che, superando tutte le regole elementari della diplomazia, ha definito Putin un macellaio. Biden avrebbe dovuto lasciare questi appellativi alle critiche della gente, ma non usarle lui che dovrebbe essere il maggior attore delle iniziative di pace, tant’è vero che la stessa Casa Bianca si è affrettata a correggere, purtroppo con parole molto prossime al ridicolo, la gaffe compiuta da Biden.
Anche sul campo di battaglia non si capisce quale sia la tattica militare seguita dai russi, che sembra vogliano la conquista della zona di Sud-Est dell’Ucraina e portare Zelensky a trattare sotto la pressione dei missili russi lanciati contro i civili. Questo spostamento di tattica dimostra che è inutile fornire armi e battersi ancora sui campi di guerra, fratelli contro fratelli, che non si conoscono e che comunque, a quanto pare e a quanto risulta da alcuni episodi, non hanno nessuna voglia di combattersi.
In questo quadro, nonostante il silenzio della stampa, appare molto lodevole l’iniziativa di Macron, il quale, ha annunciato sabato sera, di operare in accordo con Grecia e Turchia per ottenere un corridoio umanitario al fine di sottrarre all’assedio le 150mila persone rimaste a Mariupol.
A mio avviso, piuttosto che inviare armi, occorre che un esercito di volontari corra disarmato in Ucraina per aiutare in tutti i modi possibili le persone bisognose e specie quelle che hanno bisogno di cure mediche.
Ritengo che i Paesi che realmente vogliono la pace, e non solo a parole, effettuino una forte propaganda per far capire ai governanti di tutto il mondo che tutti i Popoli non vogliono la guerra, prospettando un’ipotesi di un esercito mondiale di persone che vadano ad occupare pacificamente l’Ucraina togliendo le armi di mano agli attuali belligeranti.
Tutto quello che sta avvenendo è colpa del sistema predatorio, egoistico, incostituzionale, cinico, aggressivo del neoliberismo, che ha creato un sistema economico nel quale prevalgono gli interessi di singoli soggetti (individui o Stati) che si arricchiscono sempre maggiormente, sottraendo beni essenziali per la vita alla maggioranza dei Popoli terribilmente impoveriti e privati del lavoro e di qualsiasi altro mezzo di sussistenza.
Certamente, a mio avviso, ci troviamo di fronte allo stato finale del neocapitalismo, che giustamente Draghi ha paragonato, parlando dell’aumento del gas, alla crisi del 1637 che colpì l’Olanda per il mercato dei tulipani.
Le parole di Draghi, in questa occasione, sono state molto sagge, poiché egli ha invitato tutti i Paesi europei ad operare come a proposito della pandemia, e cioè approvvigionandosi di fonti di energia, acquisite in varie parti del mondo, distribuendole poi a tutti gli Stati. Egli ha avuto il consenso della Spagna, del Portogallo, della Grecia, della Francia e anche della Presidente Ursula Von der Leyen, ma ha avuto anche l’opposizione ferma dei Paesi più ricchi, che sfruttano gli Stati membri dell’Europa economicamente più deboli, e cioè in primo luogo l’Olanda (paradiso fiscale) e poi la Germania e la Svezia.
È questo il risultato di un’Unione europea che ha un ordinamento nel quale si preserva la sovranità dei singoli Stati (e solo in Italia si parla stupidamente della cessione della sovranità monetaria, che non può esistere), sottoponendo qualsiasi decisione al principio della unanimità, e cioè, in ultima analisi, al diritto di veto anche di un solo Stato membro che voglia tutelare il proprio interesse nazionale.
In Italia purtroppo gli effetti nefasti del capitalismo neoliberista continuano con la cessione oramai certa della fonte di ricchezza nazionale del trasporto aereo al miglior offerente: la vendita di Ita Airwais, cioè di un capitale in proprietà pubblica del Popolo, che viene gestita da singoli soggetti privati, che perseguono interessi privatistici e non del Popolo italiano.
Facendo presente che ormai il neocapitalismo è alla fine o quanto meno in declino, invito tutti ad attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.