I punti di attrito riguarderebbero l'andamento delle trattative per la cessione di una quota del capitale e le spese milionarie per consulenti che la compagnia ha ingaggiato per essere assistita nel processo di cessione. Tuttavia a questi si sono affiancati quelli del ministero del Tesoro, azionista al 100% della società, con una duplicazione di spese e funzioni non per una compagnia che in tre mesi di vita ha perso 170 milioni di euro
A quanto pare si è arrivati ad una nuova svolta nella breve e tormentatissima vita della compagnia aerea Ita Airways. Ben sei consiglieri di amministrazione su nove avrebbero manifestato la volontà di lasciare l’incarico per divergenze con il management, ossia il presidente esecutivo Alfredo Altavilla (scelto dal consulente economico di palazzo Chigi Francesco Giavazzi). Oltre allo stesso Altavilla restano in carica solo l’amministratore delegato Fabio Lazzerini e la consigliera Frances Ouseley.
Ieri in cda è stata approvata la relazione di bilancio per cui è finita la fase di creazione della società, ed inizia la fase di privatizzazione. Il cda aveva l’obiettivo di traghettare la creazione della società, è stato fatto e adesso parte la privatizzazione, quindi il Cda, come era programmato, fa un passo indietro dimettendosi. Nel consiglio sono rimasti il presidente, l’amministratore delegato e un membro del settore aereo. Questa la spiegazione ufficiale dell’esodo ma secondo indiscrezioni i punti di attrito riguarderebbero l’andamento delle trattative per la cessione di una quota del capitale e le spese milionarie per consulenti che la compagnia ha ingaggiato per essere assistita nel processo di cessione. Tuttavia a questi si sono affiancati quelli del ministero del Tesoro, azionista al 100% della società, con una duplicazione di spese e funzioni non per una compagnia che in tre mesi di vita ha perso 170 milioni di euro.
Non ci sarebbe nessuna “preoccupazione” circa la nomina dei revisori, decisa lo scorso 31 gennaio, dietro le dimissioni di 6 dei 9 membri del Cda di Ita, avvenuta nelle scorse ore. Spiegano fonti vicine al dossier che riportano come “la delibera non è stata neppure oggetto di discussione” del Consiglio di amministrazione che ha approvato la relazione di bilancio. Anzi, si conferma, “gli advisor di Ita vanno avanti, lavorando a quattro mani” con i consulenti nominati dal Mef.
Complice la guerra che ha dirottato media e politica su altre questioni la vicenda della vendita della compagnia è passata in secondo piano. Anche perché grandi novità non ce ne sono al di là di roboanti annunci, anche da parte del ministero, che descrivono una fila di soggetti interessati ad acquisire il vettore. L’ipotesi più concreta rimane quella di Msc della ricca famiglia Aponte intenzionata a rilevare la maggioranza del capitale facendosi affiancare dalla tedesca Lufthansa come partner all’inizio solo industriale. Ma siamo alle dichiarazioni di intenti, nulla di concreto, anche perché i possibili acquirenti devono prima spulciare i veri conti della compagnia nella cosiddetta “data room”. Più remota l’opzione Air France Klm che però piace, in contrasto con Altavilla, all’amministratore delegato Fabio Lazzerini. “L’avvio e il progressivo rafforzamento di Ita Airways con più soggetti interessati dovrebbero assicurare il successo di operazione”, ha affermato solo pochi giorni fa in Senato il ministro dell’Economia, Daniele Franco assicurando che il ministero terrà il Parlamento costantemente informato.