Arriverà sul mercato il prossimo anno il "modello-rivoluzione" della casa inglese: una sport utility a batteria fabbricato dalla Geely nella fabbrica di Wuhan. Il prezzo stimato? Intorno ai 120 mila euro
Chissà cosa direbbe Colin Chapman, fondatore di Lotus, guardando la nuova Eletre. “Aggiungi cavalli e andrai forte in rettilineo, togli peso e andrai forte ovunque” era il suo mantra. La Eletre? In un solo colpo mette insieme ingredienti come la carrozzeria da suv – prima assoluta per Lotus – e un powertrain alimentato a batteria. E sembra spazzare via tutto quello che ha rappresentato il marchio Lotus sino a oggi. Anzi, la Eletre va esattamente nella direzione opposta. La stessa che, però, coincide con quella che parrebbe essere la via obbligata per un costruttore che non vuole più essere considerato alla stessa stregua delle realtà artigianali che producono vetture sportive.
Il prezzo da pagare per cambiare status e giocarsela coi grandi? Duplice: si tratta di rendere accessibile il marchio a una platea il più vasta possibile. Questo spiega la carrozzeria da sport utility, la più gettonata del momento e ormai irrinunciabile anche per marchi come Porsche, Lamborghini e presto Ferrari. Mentre la meccanica alimentata a batteria è il visto sul passaporto necessario per prendere un volo diretto nel futuro. Perlomeno quello del marchio Lotus, che saluterà definitivamente bielle e pistoni quando la Emira andrà in pensione. Così vuole il domani. Dicono. E così vogliono i cinesi della Geely (già proprietari di Volvo), che detengono il controllo del brand di Hethel. La Eletre, quindi, avrà un ruolo cruciale per raggiungere gli obiettivi commerciali della marca: consegnare almeno 100.000 vetture all’anno entro il 2028, contro le circa 1.600 vendute nel 2021.
Lunga 5,1 metri e con un passo di oltre 3 metri, la vettura arriverà sul mercato nel corso del prossimo anno, con un prezzo stimato nell’ordine dei 120 mila euro. Un altro segno dei tempi che cambiano? Il fatto che il costruttore non abbia dichiarato il peso del mezzo, presumibilmente ben oltre le 2 tonnellate. In compenso, forse per la prima volta su una Lotus, visti gli intenti “utility” del veicolo, si parla di bagagliaio, anzi di bagagliai: la compattezza della meccanica elettrica, infatti, consente di averne due, uno anteriore da 77 litri e uno posteriore da 400. Mancano i retrovisori laterali tradizionali, sostituiti da telecamere. Peraltro, la vettura è già predisposta, come hardware, per il livello 4 di guida assistita.
All’interno, pensato per quattro o cinque persone (dipende dalla configurazione), lo stile è minimalista e hi-tech: le principali informazioni di guida sono visualizzate su uno schermo rettangolare posto dietro al volante – ce n’è uno gemello sul lato del passeggero, con info relative al sistema di intrattenimento –, mentre il resto delle funzioni di bordo si controllano da un touchscreen da 15,1”, posto a centro plancia e gestibile pure tramite comandi vocali. Il tutto è completato da un head-up display in realtà aumentata, che proietta sul parabrezza, nel campo visivo del driver, le principali informazioni di guida. Su carta, la massa del veicolo sarà mitigata dal baricentro basso, figlio del powertrain elettrico, e da una dotazione completa di tecnologie come le sospensioni pneumatiche, l’asse posteriore sterzante (che ottimizza agilità o stabilità a seconda della velocità di marcia), le barre antirollio attive e il torque vectoring, per una ripartizione ottimale della coppia motrice fra le ruote.
Veniamo alla meccanica: sfrutta due motori a elettroni, uno all’anteriore e l’altro al posteriore, per una potenza massima totale di 600 cavalli. Le due unità sono collegate a una batteria da 100 kWh di capacità, che dovrebbe garantire fino a 600 km di autonomia omologata. Risultato: scatto 0-100 coperto in 3 secondi e velocità massima di 260 km/h. Mentre l’architettura elettrica a 800 volt “accetta” fino a 350 kW di potenza in corrente continua: significa che, colonnine permettendo, si possono ricaricare fino a 400 km di autonomia in meno di 20 minuti. La prima Lotus suv ed elettrica sarà assemblata in Cina, nel nuovo stabilimento dell’ormai celebre Wuhan, mentre le future sportive della marca – sempre elettriche – continueranno ad essere fabbricate in Inghilterra.