Il leader 5 stelle, intervenendo durante una diretta Instagram, ha ribadito la richiesta che si "apra un dibattito" sulla soglia al 2024 dell'aumento degli investimenti sulla spesa militare. Quindi ha chiesto un maggiore impegno all'esecutivo per le risorse ai cittadini. E al Pd ha chiesto "rispetto". Dopo il colloquio con Mattarella al Quirinale: "Smettiamo di attribuire al M5s il pensiero di voler creare una crisi”
La soglia del 2024 per l’aumento degli investimenti militari “da ridiscutere“. Il lungo colloquio con Mario Draghi “senza risposte sulla questione economica e finanziaria”. E l’avvertimento al Partito democratico: “Io pretendo rispetto e dignità. Non posso accettare accuse di irresponsabilità”. Giuseppe Conte ha scelto una diretta su Instagram per rispondere a distanza al presidente del Consiglio. E se nelle scorse ore sembrava che lo strappo nella maggioranza fosse rientrato, è stato il leader M5s a rimettere sul tavolo tutte quelle che secondo lui sono questioni da risolvere. In primis gli interventi per il caro bollette: “L’ultimo provvedimento del governo non è sufficiente“, ha detto. “Cercheremo di capire dal Def che programmi economico-finanziari presentano per le difficoltà economiche e sociali” e “poi un attimo dopo come ritiene di finanziare gli investimenti militari”. Un discorso dai toni molto duri, durante il quale ha anche detto di essere “preoccupatissimo sul Pnrr” che, secondo Conte, “sta andando a rilento”: “Non possiamo permetterci di perdere questi soldi”. Poi, rispondendo alle domande ricevute in diretta, ha aggiunto: “Vogliono silenziarci, ma hanno sbagliato di grosso”. In generale, il leader 5 stelle ha ribadito: “Non intendiamo uscire dal governo” ma vogliamo “dialogare con buonsenso, senza strumentalizzazioni e vogliamo il rispetto a partire da tutte le altre forze politiche”.
Subito dopo la diretta su Instagram, Conte è salito al Colle per un colloquio con Sergio Mattarella: l’incontro, hanno poi precisato fonti interne, sarebbe stato deciso già ieri per via telefonica e si è svolto in un “clima disteso e costruttivo“. Due giorni fa, dopo il colloquio a Palazzo Chigi tra Draghi e Conte, era stato invece il presidente del Consiglio ad andare al Quirinale per riferire sullo scontro in corso sull’aumento delle spese per le armi. “Continueremo a dimostrare grande responsabilità verso il paese nel continuare a sostenere il governo, ma non rinunciamo alle nostre posizioni”, ha detto Conte dopo l’incontro con il Capo dello Stato. “Assolutamente sì”, l’impegno del M5s è quello di arrivare a fine legislatura, e “dobbiamo smetterla di attribuire al Movimento 5 Stelle, per ogni posizione che assumiamo, la volontà creare una crisi di Governo. Non lavoriamo per questo”, ha poi aggiunto Conte.
L’aumento delle spese per le armi – Neanche due ore prima il premier Draghi, parlando alla stampa estera, aveva dichiarato archiviata la questione della spesa per le armi. E certificato il passo indietro, ovvero dicendo che l’aumento previsto dall’accordo Nato non sarà più per il 2024, ma entro il 2028 come proposto ieri dal ministro Lorenzo Guerini. Secondo Conte però la discussione è ora aperta: “Il premier Draghi oggi ha dichiarato che la soglia del 2024” per gli investimenti militari “non è un dogma insuperabile ma un tendenziale che può essere discusso. Allora dico: se può essere discusso, discutiamolo. Con tutte le forze politiche, responsabilmente, nell’ambito di un dibattito pubblico”. Il presidente 5 stelle ha ricostruito così la mediazione raggiunta nelle ultime ore: “Non potevamo rimanere inerti rispetto alla prospettiva del 2024, abbiamo chiesto che questi impegni venissero rivisti alla luce delle sofferenze dei cittadini e delle imprese. E che questo obiettivo venisse discusso. Il risultato è che il ministro Guerini ha annunciato di voler posticipare al 2028 questi impegni e il premier Draghi ha detto che 2024 che l’obiettivo del 2024 non è insuperabile ma può essere discusso”. In generale Conte ha ribadito la posizione del M5s: “C’è un quadro generale in cui molti Paesi si sono precipitati in una corsa al riarmo” ma “questo non significa che l’Italia deve partecipare a questa forsennata corsa”.
“Non ho avuto risposte sulla questione economica e finanziaria” – Conte è tornato quindi sul faccia a faccia che ha avuto con il premier due giorni fa, terminato appunto con lo strappo sulla spesa per le armi. Ma non solo. “Con Draghi ho avuto un lungo colloquio ma non ho avuto risposte sulla questione economica e finanziaria, è tutto rinviato a dopo”, ha riferito l’ex premier. “Spero che il governo anticipi per tempo le sue misure di politica economica e finanziaria”. Quindi il leader M5s ha annunciato che l’attenzione sarà ora sul Def: “Bene l’ultimo provvedimento sul caro bollettem ma non è sufficiente. Aspettiamo il Def: cercheremo di capire, da partito di maggioranza relativa, che programma il governo e il premier Draghi presenteranno per ovviare alle gravi difficoltà economiche e sociali che il paese sta attraversando. E poi controlleremo il rapporto tra le risorse per i cittadini e gli investimenti militari”. E ha inoltre chiesto di avere “occasioni per discutere insieme le risorse che verranno messe nel Def”. Infine ha ribadito: “Il governo ci spieghi ora dove trova le risorse per le armi e perché questa soglia del 2028 è compatibile, visto che ci ha detto che non può fare lo scostamento di bilancio”.
L’avvertimento al Pd: “Pretendo rispetto e dignità” – Le parole più dure di tutte il presidente M5s le ha usate per gli alleati del Partito democratico: secondo le ricostruzioni quasi identiche fatte dai principali quotidiani, Letta avrebbe chiamato Conte nelle scorse ore per chiedergli di limitare le “casilinate” (ha scritto Repubblica evocando il ruolo di Rocco Casalino) e insistendo perché non sia troppo legato “ai sondaggi”. Una ricostruzione fatta trapelare dai dem che, dice l’M5s, non coincide a verità. E per questo l’ex premier si è molto irritato: “L’alleanza con il Pd va avanti da tempo, abbiamo lavorato insieme e sperimentato un pacchetto importante di riforme”, ha detto oggi. “È chiaro però che io pretendo rispetto e dignità. Non posso accettare accuse di irresponsabilità. Non funziona così: non siamo la succursale di un’altra forza politica, non siamo succedanei di qualcuno. Non accetto che ogni volta che poniamo una questione politica ci si accusa di volere una crisi governo. Vogliamo il rispetto da tutte le forze politiche”.
Ma i 5 stelle “non intendono uscire dal governo” – Le accuse di irresponsabilità non vengono solo dal Partito democratico. E anche a quelle accuse ha replicato Giuseppe Conte: “Il M5s sta subendo varie accuse di essere irresponsabili, di volere una crisi di governo e di far perdere credibilità all’Italia a livello internazionale”, ha detto. Queste, ha commentato, “sono accuse molto gravi e nascono dal fatto che noi volgiamo chiarire un passaggio fondamentale sugli investimenti militari nel quadro della Nato. Accusarci di una crisi dei governo è un ricatto. Ogni volta che il M5s pone una questione viene accusato di volere una crisi”. E infine è tornato anche sulle accuse ricevute dopo aver chiesto “gradualità” nell’aumento degli investimenti militari: “Si cerca di giocare sporco nel mondo politico, non si rispetta l’avversario per le posizioni che assume“, ha concluso. Il Movimento “ha condannato fin da subito l’invasione di Putin e ha dichiarato fin da subito di essere d’accordo con gli aiuti economici e militari all’Ucraina”.