Un’esposizione in Staryi Rynok, la piazza principale di Leopoli, per ricordare i numerosi giornalisti uccisi e feriti in questo conflitto e per invitare la stampa internazionale a riferirsi all’invasione dell’Ucraina come a una guerra vera e propria e non a una crisi o un’operazione militare. E’ questo il contenuto dell’iniziativa ufficializzata oggi e organizzata dal Lviv Media Forum. Nei pannelli fotografici vengono ricordati i reporter che sono morti o sono stati fatti prigionieri: sono ben di più di quelli noti ai media occidentali perché fra di loro figurano diversi colleghi ucraini, alcuni dei quali caduti nello svolgimento del loro lavoro, altri arruolatisi al fronte e altri purtroppo intrappolati nelle loro abitazioni bombardate dai russi. Fra coloro che hanno partecipato all’evento, oltre agli ideatori delle note testate ucraine Hromadske e Radio Liberty, anche Mykola Davydyuk, analista politico e grande amico del giornalista e documentarista americano Brent Renaud, ucciso a Irpin, nei sobborghi di Kiev, il 13 marzo scorso.

“Nella guerra russa all’Ucraina gli operatori dell’informazione sono diventati da subito uno dei bersagli prioritari degli invasori”, osserva Olga Myrovych, amministratore del Lviv Media Forum. “La verità riguardo i crimini commessi dai russi a Kharkiv, Mariupol e Kherson è terribile, e terribile è il prezzo che i giornalisti devono pagare per raccontare al mondo cosa sta succedendo in Ucraina”. Dal 24 febbraio cinque reporter hanno perso la vita, nove sono stati feriti in modo grave, di due non si hanno più notizie e almeno un paio sono stati catturati dall’esercito di Mosca.

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