“Nessuno ci vende niente gratis, e noi nemmeno faremo opere di carità. Ciò significa che i contratti esistenti, in caso di mancato pagamento del gas in rubli, saranno interrotti”. Così il presidente russo Vladimir Putin secondo quanto riporta la Tass. “I Paesi occidentali dovranno aprire un conto in rubli presso le banche russe per pagare il gas in rubli”, ha detto Putin dopo la firma dell’apposito decreto sottolineando che il pagamento del gas in rubli è un passo verso la sovranità finanziaria del paese. Dopo l’annuncio di Putin il prezzo del gas è balzato a 127 euro al megawatt/ora per poi ripiegare a 123 euro con un rialzo dell’1,5%. In particolare le operazioni dovrebbero fare perno sulla banca russa Gazprombank, al momento esclusa dalle sanzioni occidentali. Entro 10 giorni la banca centrale russa determinerà la procedura per l’apertura speciale di conti per gli acquirenti esteri di gas. Il decreto sul pagamento del gas in rubli prevede la possibilità di esenzioni da parte del Cremlino. I casi in cui sarà autorizzato il pagamento non in rubli – spiega la Tass – saranno individuati dalla commissione governativa che vigila sugli investimenti stranieri. Putin ha dato quindi istruzioni per approvare la procedura di autorizzazione di tali permessi entro dieci giorni.

Il decreto di Putin “è stato emesso poche ore fa, stiamo ancora guardando i dettagli, ma ci sono due cose da dire. Primo: i contratti devono essere rispettati e nei contratti esistenti non c’è obbligo di pagare in rubli. Secondo: non ci faremo ricattare da Mosca”, ha detto in serata il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni, parlando alla Cnn. “E’ un sistema per aggirare le sanzioni e ricattare l’Europa, ma nulla nei contratti glielo consente”, ha aggiunto.

“Non accetteremo in alcun modo di pagare il gas in altre divise rispetto a quelle sancite dai contratti” ha affermato poco dopo l’annuncio il ministro dell’economia francese, Bruno La Maire, a Berlino, in conferenza stampa con il ministro tedesco Robert Habeck. Francia e Germania “si preparano” nel caso in cui la Russia bloccasse le forniture ha detto Le Maire. “Potrebbe esserci una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando”. Ieri Germania ed Austria hanno attivato la procedura di emergenza in tre fasi per far fronte a questa circostanza, che al momento non si sta verificando. “Siamo ben preparati rispetto a tutto quello che decide Putin”, ha detto poco fa Robert Habeck. In serata il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che “Al momento le riserve italiane di gas consentono comunque di mandare avanti le attività del paese anche in caso di brusche ed improbabili interruzioni delle forniture russe”.

“L’Italia sui pagamenti del gas russo applicherà le linee concordate a livello europeo, ma al momento non c’è ancora un’interpretazione finale del provvedimento annunciato da Putin. E’ quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi che spiegano che la Commissione europea sta studiando in queste ore i vari aspetti interpretativi delle misure del Cremlino e che al momento i pagamenti si possono continuare a effettuare in euro e in rubli. In serata Mario Draghi ha discusso della questione con il cancellerie tedesco Scholz. Sulle richieste di Mosca c’è molta confusione. Lo schema a cui starebbe lavorando Mosca contempla il pagamento da parte degli importatori in euro o dollari a Gazprombank. La banca convertirebbe poi parte delle somme con la banca centrale russa e verserebbe rubli ai produttori di gas. L’intermediazione di Gazprombank, non sanzionata, è cruciale poiché le aziende europee non possono operare direttamente con la banca centrale russa (cambiando euro o dollari in rubli) per effetto delle limitazioni imposte dopo l’invasione. La questione appare comunque molto più politica che commerciale. Con questo schema infatti non sembrerebbe cambiare molto per i paesi europei. Attualmente i pagamenti degli importatori europei avvengono tramite la filiale lussemburghese di Gazprombank.

Il rublo ha ormai recuperato il cambio precedente all’invasione. Dopo aver raggiunto un rapporto con il dollaro a 140 (140 rubli per avere un dollaro) si colloca oggi intorno a quota 82. L’Europa importa ogni anno dalla Russia oltre 100 miliardi di metri cubi di gas, oltre un terzo del suo fabbisogno. Ogni giorno i paesi europei pagano a Mosca circa un miliardo di euro per gas, petrolio e carbone. Secondo gli Stati Uniti la minaccia di Putin è un “segno di disperazione” da parte di Mosca.

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