Sospensione o espulsione. Per Will Smith si prevedono tempi durissimi. Dopo il pugno, diventato schiaffo (gesto comunque assurdo e irresponsabile), rifilato al volto di Chris Rock all’ultima Notte degli Oscar, l’attore rischia davvero grosso. Ad ora non sembra in discussione la statuetta in se, ovvero l’Oscar come Miglior Attore per King Richard vinto, e ritirato tra lacrime di coccodrillo e assenza di scuse, dieci minuti dopo il casus belli che oramai tutta la stampa statunitense definisce lo “slapgate”. Il Board of governors dell’Academy si è riunito in emergenza per risolvere questa faccenda che a livello mediatico si è rivelata un notevole danno d’immagine. Le prime dichiarazioni suonano già schiaccianti per Smith, in quanto l’Academy ha rispolverato e utilizzerà – come avevamo anticipato noi poche ore dopo l’accaduto – gli “standard di condotta” che hanno permesso di espellere dall’Academy Harvey Weinstein. Le violazioni del codice da parte di Smith sarebbero diverse: “Contatto fisico inappropriato, comportamento offensivo/minaccioso e compromissione dell’integrità (etica ndr) dell’Academy”.
Le pene sono tutte da qualificare, ma tra Variety e Hollywood Reporter viene spiegato che il ventaglio di possibilità va da “generiche sanzioni”, passando per la sospensione a tempo determinato di Smith dall’Academy o addirittura dalla sua espulsione. Il punto due sarebbe un duro colpo per la carriera dell’attore, il punto tre addirittura potrebbe significare anche una sua precoce fine. Altri dettagli di quei concitati momenti della Notte degli Oscar sono comunque stati svelati nelle scorse ore. Già si era detto di come Denzel Washington avesse immediatamente parlato dietro le quinte con Smith per trasmettergli spiritualmente quella saggezza ed educazione che tanto gli era appena mancata.
A questo si è aggiunto anche il tentativo dell’organizzazione dell’Academy di invitare Smith ad allontanarsi dalla sala, proprio qualche istante dopo la premiazione del Miglior Documentario da parte di Rock, mentre in onda andavano gli spot pubblicitari. Smith avrebbe rifiutato, riaccomodandosi invece in prima fila, seduto al tavolinetto assieme alla moglie Jada. Smith ha comunque 15 giorni di tempo per presentare una sorta di memoria difensiva al Board of Governors dell’Academy che poi si riunirà il 18 di aprile per la definitiva sentenza.