Dopo oltre due anni, a partire da oggi, primo aprile, l’Italia non è più nello “stato di emergenza” istituito a causa della pandemia da Covid: tamponi e mascherine quindi non avranno più prezzi calmierati e tornano a prezzi di mercato. Ma le mascherine restano obbligatorie, al chiuso, almeno fino al prossimo primo maggio e nel caso in cui si contragga il virus, oltre all’isolamento, è richiesto l’esito negativo di un tampone, da eseguire dopo almeno sette giorni, dieci per i non vaccinati. Si rischiano quindi aumenti dei prezzi sia dei test che dei dispositivi di protezione, in particolare delle Ffp2.

“Stiamo invitando le farmacie a mantenere l’attuale prezzo calmierato sia per l’esecuzione dei tamponi sia per la vendita delle mascherine”, ha dichiarato Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, aggiungendo che sono in corso contatti col ministero della Salute e che come farmacie “siamo disponibili a valutare eventuali nuovi accordi o protocolli d’intesa per andare incontro alle esigenze del cittadino”. “Con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo”, ha specificato Tobia, “è scaduto l’accordo che prevedeva il prezzo calmierato, che era stato regolamentato dal protocollo di intesa firmato con il commissario all’emergenza Figliuolo”.

Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) ha dichiarato che “l’orientamento dei colleghi sembra essere quello di mantenere i prezzi bassi. E, al momento, non abbiamo notizie di speculazioni in merito”. “Del resto i farmacisti non possono imporre un prezzo per un prodotto”, ha aggiunto Mandelli, “l’Antitrust interverrebbe subito”. Il presidente della Fofi ha aggiunto che non ci sarà da stupirsi se per qualche giorni si troveranno ancora mascherine a prezzo calmierato in farmacia, perché sarà comunque possibile acquistarle fino all’esaurimento delle scorte. Per quanto riguarda i tamponi, “credo che per quelli di prima generazione sarà mantenuto il prezzo”, ha detto Mandelli. “Potranno esserci invece farmacie che fanno tamponi di terza e quarta generazione, quelli con i computerini, che hanno una risposta diversa e anche un costo diverso. In quel caso, l’utente deve valutare e scegliere il tipo di servizio offerto”.

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