La maggior parte delle segnalazioni ha interessato il Lazio (27,8%), seguito dalla Lombardia (12,5%) e dalla Campania (9%). Fino a luglio 2020, scrive la Uif, vi è stato un rapido aumento delle segnalazioni, che riportavano principalmente sospette truffe e illeciti nella fornitura di strumenti e dispositivi sanitari, sovente caratterizzati da importi rilevanti che hanno indotto gli operatori a non eseguire le operazioni prospettate. Poi frodi contabili e truffe sull'erogazione dei contributi
Nei due anni di pandemia la Uif, l’unità di informazione finanziaria presso la banca d’Italia, ha ricevuto e trasmesso agli organi giudiziari oltre 7,600 operazioni sospette collegate al Covid (truffe e illeciti negli appalti per mascherine e nei finanziamenti alle imprese e nei crediti di imposta etc) per un totale di 13,4 miliardi di euro (8 mld nel 2020 e 5,4 mld nel 2021). Le segnalazioni sono state 2.197 nel primo anno di pandemia e 5.365 nel 2021. E’ quanto si legge in un rapporto secondo cui l’importo delle operazioni segnalate ed effettivamente eseguite ha sfiorato i 7 miliardi. La Uif ricorda come “la pandemia ha portato all’attenzione nuovi elementi sintomatici di operatività illecite che impattano anche sul contrasto al riciclaggio. È stato perciò necessario integrare i criteri di classificazione delle segnalazioni per meglio monitorare i rischi inerenti ai contesti sospetti”. Il 95% delle segnalazioni collegate al contesto pandemico è riconducibile a segnalanti del comparto banche, comprensivo delle Poste.
La maggior parte delle segnalazioni ha interessato il Lazio (27,8%), seguito dalla Lombardia (12,5%) e dalla Campania (9%). Fino a luglio 2020, scrive la Uif, vi è stato un rapido aumento delle segnalazioni, che riportavano principalmente sospette truffe e illeciti nella fornitura di strumenti e dispositivi sanitari, sovente caratterizzati da importi rilevanti che hanno indotto gli operatori a non eseguire le operazioni prospettate. Sono state numerose, nel periodo, anche le operazioni anomale in contante, spesso però riconducibili all’incertezza sulla disponibilità di liquidità soprattutto nella prima fase del lockdown. Tra agosto 2020 e gennaio 2021 il numero di SOS riferibili agli effetti del Covid-19 si è stabilizzato. Le anomalie riscontrate in questa fase sono state in molti casi collegate all’indebito ricorso ai benefici disciplinati dalla legislazione per fronteggiare la crisi indotta dalla pandemia.
Si sono manifestate incoerenze tra spese dichiarate e attività dell’impresa coinvolta e, in generale, eccessivi importi movimentati rispetto all’ordinaria gestione d’impresa. I successivi aumenti, tra febbraio e settembre 2021, sono principalmente ascrivibili ad abusi di finanziamenti pubblici, ottenuti per effetto degli interventi di sostegno, realizzati mediante distrazione di fondi o giri su conti correnti personali rispetto a quelli beneficiari delle erogazioni. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, infine, sono aumentate le segnalazioni originate da illeciti utilizzi delle detrazioni fiscali riconosciute dalla legislazione di urgenza, fenomeno che risulta particolarmente rilevante anche per gli elevati importi coinvolti. Bankitalia ha dedicato alle fattispecie di frodi perpetrate durante la pandemia un apposito studio. La Uif invita anche a mantenere alta “l’attenzione sui possibili utilizzi illeciti di risorse pubbliche” nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)”. Secondo l’unità “i presidi antiriciclaggio devono continuare a rappresentare un argine fondamentale per evitare deviazioni degli interventi di sostegno verso l’economia illegale”.