Il governo ha smentito che siano in corso valutazioni sull’attivazione dello stato di allarme a fronte della possibile crisi energetica legata ad uno stop delle forniture di gas dalla Russia per ora assai improbabile nonostante le dichiarazioni e minacce del Cremlino sull’obbligo di pagamento in rubli. I flussi in ingresso da Tarvisio, dove approdano i gasdotti che portano in Italia il metano russo, al momento sono del tutto regolari, con un flusso previsto per venerdì 1 aprile di circa 77 milioni di metri cubi (altri 64 sono in arrivo a Mazara del Vallo dall’Algeria e 64 a Melendugno dall’Azerbaigian via Tap). La Penisola resta dunque nello stato di preallerta dichiarato lo scorso 26 febbraio dal ministero della Transizione ecologica.

La “scala” è definita dal Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale e comprende in tutto tre livelli, quelli previsti dal Regolamento europeo in materia: il preallarme, in cui ci troviamo ora, allarme e emergenza. Nei primi due il mercato funziona ancora e c’è un monitoraggio costante che, in caso di aumento dei rischi, fa passare dal preallarme all’allarme; nel terzo, il mercato non può funzionare e scattano misure straordinarie, che vanno dall’utilizzo dello stoccaggio strategico a nuove soglie di temperatura negli edifici pubblici e privati, fino all’interrompibilità della fornitura ad alcuni settori industriali.

La dichiarazione del 26 febbraio, adottata dopo consultazione con il Comitato Tecnico di Emergenza e Monitoraggio del sistema gas nazionale, spiega su quali basi è stato deciso il passaggio dalla normalità al preallarme. Sono stati considerati “l’attuale stato di guerra presente tra la Federazione Russa e l’Ucraina e che tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano” e “il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato in ottemperanza del Regolamento Ue 2017/1938, da cui derivano gli attuali piani di azione preventiva e di emergenza” ed è stato “ritenuto opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali, come discusso anche in sede europea durante l’ultima riunione del Gas Coordination Group del 23 febbraio scorso”, oltre a “sensibilizzare gli utenti del sistema gas nazionale della situazione di incertezza legata al conflitto citato anche in relazione all’attuazione dell’Atto di indirizzo del Ministro della Transizione Ecologica del 24 febbraio 2022, benché la situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna”.

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