Quella sporca e poco conosciuta dozzina. Il 76esimo Premio Strega comincia a stringere i ranghi. Ed ecco i dodici, quasi, finalisti. Sette uomini e cinque donne. Età media non altissima (Claudio Piersanti è il più anziano con i suoi 68 anni, Marco Amerighi il più giovane con 39) e senza una vera e propria star dell’editoria italiana riconosciuta e riconoscibile. Ma soprattutto con un notevole affollamento delle grandi case editrici (le piccole piccole sono Minimum Fax e L’Orma). Intanto l’elenco: Marco Amerighi conRandagi (Bollati Boringhieri); Fabio Bacà, Nova (Adelphi); Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini+Castoldi); Alessandra Carati, E poi saremo salvi (Mondadori); Mario Desiati, Spatriati (Einaudi); Veronica Galletta, Nina sull’argine, (minimum fax); Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli); Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma); Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani); Claudio Piersanti, Quel maledetto Vronskij (Rizzoli); Veronica Raimo, Niente di vero (Einaudi); Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie).
Ad oggi non sembra esserci alcun favorito. Anche se è la Carati, oltretutto all’opera prima, a ricoprire temporaneamente questa casella. Almeno per via del fatto che il suo romanzo di notevole successo è, come dire, sul pezzo. E poi saremo salvi parla proprio di profughi di guerra, in questo caso madre e figlia bosniache in fuga verso l’Italia nel 1992. Bacà, grazie al buon ricordo del precedente Benevolenza cosmica, potrebbe essere un altro da cinquina con il suo Nova – ancora una volta aggrappato a sinapsi, neuroni e percezioni surrealmente deformate di un cervello umano – se non addirittura da premio. Mentre lo storico Davide Orecchio ha riannodato i fili della memoria paterna lungo il Novecento; Marino Magliani racconta la storia di tre disertori dell’esercito napoleonico disillusi e nostalgici sulla terra ligure; Alessandro Bertante affonda la sua scrittura nei gangli violenti e pseudo rivoluzionari delle BR; Mario Desiati attraverso una coppia di amici, Claudia e Francesco, ripercorre il senso di appartenenza di una generazione di 40enni fluida, irregolare, europea, senza più radici geografiche tradizionali come quella odierna. Sempre di radici recise racconta la Karsaiova ma spostate sul confine tra Repubblica Ceca e Slovacchia.
Infine fa piacere incontrare la collega del FattoQuotidiano, Daniela Ranieri al suo secondo tumultuoso e appassionato romanzo; l’ironica inquietudine di Veronica Raimo e il talento di Veronica Galletta che apprezzammo con Le isole di Norman. La proclamazione della cinquina finalista si terrà l’8 giugno a Benevento, al Teatro Romano, alla presenza dei dodici candidati e del pubblico, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 7 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.