L’amministrazione comunale, a guida leghista, e la Regione di centrodestra si rimpallano la responsabilità sul possibile sgombero. L'ufficio stampa del Comune fa sapere che il primo cittadino e gli assessori preferiscono non rilasciare dichiarazioni. Intanto le femministe da domenica 3 aprile a martedì 5 organizzano una mobilitazione e arriva la solidarietà, tra gli altri, di Zerocalcare e Porpora Marcasciano
Negli ultimi quattro anni è stata un punto di riferimento per centinaia di persone, ma da lunedì 4 aprile la Casa delle Donne di Alessandria, in Piemonte, potrebbe essere sgomberata. “Fin da quando l’ex asilo del Monserrato è stato riaperto alla città sapevamo che questo giorno sarebbe potuto arrivare ma non ci arrenderemo ora” spiegano le attiviste di Non Una di Meno Alessandria, che da qualche giorno hanno appreso la notizia del possibile sgombero.
Sul versante istituzionale l’amministrazione comunale e la Regione si rimpallano la responsabilità sul possibile sgombero. La struttura è un Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (Ipab) sul quale la Regione dice di avere compito di esclusiva vigilanza amministrativa. E l’Assessora del Piemonte alle Pari Opportunità Chiara Caucino, esponente del Carroccio, sostiene che “si tratta di una questione di ordine pubblico” e che lo sgombero “deve essere espressamente richiesto dal commissario indicato dal Comune”. L’ufficio stampa del sindaco di Alessandria fa sapere che il primo cittadino e gli assessori preferiscono non rilasciare dichiarazioni perché “il Comune non è coinvolto in quella vicenda e non ha informazioni dirette al riguardo se non quelle che si leggono sui media”. Nel frattempo la Casa delle Donne ha ricevuto la solidarietà di esponenti del mondo della cultura come il fumettista Zerocalcare e l’attivista e presidente della commissione Pari opportunità di Bologna Porpora Marcasciano. In attesa del possibile sgombero, da domenica 3 aprile a martedì 5 aprile lo spazio occupato ospiterà una tre giorni di “condivisione e di incontri” per impedire che la Casa venga cancellata. “Per tutte queste ragioni, per ciò che quotidianamente facciamo e per ciò in cui crediamo – concludono le attiviste – non ci siamo arrese e non ci arrenderemo adesso”.