Il Parlamento europeo ha approvato la propria posizione negoziale sulla proposta di direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni che contribuirà a combattere l’attuale discriminazione retributiva sul lavoro e a colmare il divario retributivo di genere. Il testo, approvato con 403 voti favorevoli, 166 contrari e 58 astensioni, sarà ora al centro dei negoziati con il Consiglio dell’Ue. Attualmente, il divario retributivo di genere nell’Unione continua ad attestarsi attorno al 14% nel 2019, con variazioni significative tra i paesi Ue ed è diminuito solo in minima parte negli ultimi anni.
Nel testo adottato, si prevede l’abolizione del segreto salariare nelle clausole contrattuali. In questo modo le aziende Ue con almeno 50 lavoratori dovrebbero vietare le condizioni contrattuali che impediscono ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione, e divulgare invece ogni divario retributivo di genere esistente al loro interno. Gli strumenti per la valutazione e il confronto dei livelli retributivi e i sistemi di classificazione professionale, sostengono gli eurodeputati, devono basarsi su criteri neutrali sotto il profilo del genere. Se le informazioni sulle retribuzioni rivelano un divario retributivo pari o superiore il 2,5%, i datori di lavoro, in cooperazione con i rappresentanti dei lavoratori, dovrebbero condurre una valutazione delle retribuzioni ed elaborare un piano d’azione per garantire la parità. Inoltre, i deputati chiedono alla Commissione di creare una denominazione ufficiale per le aziende che non presentano un divario retributivo di genere. “Oggi siamo più vicini a eliminare il divario retributivo di genere in Europa”, ha commentato la relatrice Samira Rafaela (Renew Europe) della commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, sottolineando come si è cercato di “trovare il giusto equilibrio tra la garanzia del diritto all’informazione per le lavoratrici e la limitazione degli oneri inutili per le aziende”.
Gli europarlamentari M5s attaccano Fratelli d’Italia che invece ha votato contro. “Per loro i diritti delle donne sono carta straccia”, ha detto l’eurodeputata 5 stelle Daniela Rondinelli. “È grave e vergognoso che il partito della Meloni non abbia sostenuto la direttiva sulla parità di retribuzione tra uomini e donne votata oggi durante la plenaria del Parlamento europeo. In Europa i salari delle donne sono in media il 14% più bassi di quelli degli uomini, con punte vicine o addirittura superiori al 20% in alcuni Paesi come la Germania, l’Austria e la Lettonia. Se si considera la retribuzione media oraria l’Italia sembra essere meglio ma i dati sono fuorvianti: il nostro Paese è infatti fra gli ultimi in Europa per occupazione femminile e per la presenza delle donne nei posti di dirigenza. Inoltre le pensioni delle donne sono in media più basse del 27% rispetto a quelle degli uomini e questa disparità nasce proprio nei luoghi di lavoro”. I 5 stelle hanno definito “rigorose e ambiziose le norme approvate dal Parlamento Ue”. E rivendicano: “Grazie a un nostro emendamento, inserito nella direttiva, diciamo basta alle offerte di lavoro in bianco: le aziende e le società di lavoro interinale devono pubblicare negli annunci il salario offerto dimostrando di essere trasparenti e di rispettare i diritti delle lavoratrici. Il Movimento 5 Stelle ancora una volta ha dimostrato di essere dalla parte delle donne e contro ogni discriminazione, Fratelli d’Italia invece ha dimostrato l’esatto contrario”.