"Io avevo schifo di tutti gli uomini che si avvicinavano, mio padre mi ha sbattuta in mezzo ai soldatini e da quel momento ho riamato gli uomini". Il toccante racconto di Fioretta Mari
Fioretta Mari, attrice e regista, nota al pubblico del piccolo schermo per aver insegnato all’interno della scuola di Amici di Maria de Filippi ha ripercorso la sua carriera e si è raccontata in una lunga intervista a Oggi è un altro giorno, il programma di Serena Bortone in onda su Rai1.
Sottolineando l’importanza di “incontrare perone che ti stimano nella vita”, Mari (nome d’arte di Fioretta Manetti), ha raccontato anche momenti difficili della sua vita, come l’incidente sul set di “Al posto tuo”. L’attrice è caduta in una botola coperta solo da un telo. “Mi sono salvata aggrappandomi alle pietre, mi hanno portato in coma all’ospedale“, ha detto parlando con Serena Bortone. A lasciare aperta la botola un fotografo che, però, specifica l’attrice, “non ho voluto denunciare” perché altrimenti “gli rovinavo la carriera”. Per carattere, d’altronde, Fioretta Mari dice di non riuscire a “portare rancore”: “Si vive troppo poco per perdere tempo a portare rancore”.
La sua lunga carriera, iniziata ad appena tre anni, è costellata di successi. A portarla sulla strada della recitazione la sua famiglia, tanto che il suo nome deriva proprio da uno spettacolo che sua mamma stava portando in scena. “Faceva Fioretta nel Beffardo – racconta – e ha avuto le doglie sul palcoscenico”.
Ma l’incidente sul set non è stato l’unico brutto episodio della vita dell’attrice 79enne. Quando era piccola, rivela, è stata violentata. “Ho subito una violenza quando ero piccolina. Mi ha salvato la vita e non mi ha fatto violentare del tutto un bambino di 7 anni che è entrato nella stanza”, racconta. Mari aveva 9 anni e si trovava a Collodi, sulle giostre, quando “a metà percorso il trenino si ferma questo signore mi dice di seguirlo che voleva farmi vedere un giocattolo bello”. L’attrice si ritrova quindi in una stanza: “Mi ha sbattuta sul letto e io non ho reagito – racconta – Non capisco perché non ho reagito”. Poi appunto l’arrivo del bambino e la fine dell’incubo. “Ha avuto modo di storcermi un capezzolo e mi ha riempita di qualcosa che è meglio non dire”, spiega, sottolineando inoltre che l’uomo “un criminale”, era malato di sifilide. “Mio papà lo ha inseguito con la pistola di ordinanza, ma era sparito”, dice ancora l’attrice. “Io avevo schifo di tutti gli uomini che si avvicinavano, mio padre mi ha sbattuta in mezzo ai soldatini e da quel momento ho riamato gli uomini”, conclude. A salvarla, oltre all’aiuto del padre, anche il teatro. “Mi son salvata”.