Domenica 3 aprile ho partecipato, da indipendente, al secondo congresso programmatico di Grande Nord. Sono stato invitato dal Presidente Roberto Bernardelli, da Davide Boni, segretario lombardo e da Giuseppe Olivieri.
Grande Nord, come mi ha spiegato Davide Boni, è “una formazione federalista, che porta al suo interno i valori di Miglio. Europeista, ma per un’Europa delle Regioni, oltre gli Stati Nazionali. Il progetto è l’applicazione dell’articolo 132 della Costituzione, una Repubblica con tre Macroregioni”. La giornata ha avuto come moderatore il giornalista Max Rigano.
Le mie parole avevano poco di politichese ma erano piene di contenuti per un cambiamento concreto partendo proprio dai contenuti.
Ho iniziato leggendo il mio ultimo post che dimostra l’incompetenza, anche in Regione Lombardia, di chi la salute dovrebbe difenderla. Ma si può cambiare. Ed è per questo che ho partecipato a questo incontro programmatico, non per criticare ma per proporre appunto. Ho parlato di alcuni punti presenti nel grande armadio delle mie proposte che qui riassumo:
1. History Health è un software di gestione dei dati sanitari da me ideato nel 2013, presentato al Garante della Privacy Antonello Soro, al Presidente di Lombardia Informatica e nel 2019 alla Milano digital week. I dati sanitari vengono attivati dall’impronta digitale del paziente che apre una nuvola soggettiva sulla quale, dopo autenticazione tramite impronta, possono scrivere gli operatori sanitari, medici, infermieri e farmacisti. Raccoglie il diario della salute del cittadino e può essere attivata in qualunque parte del mondo basta ci sia Internet. In altri Paesi l’impronta, che è un algoritmo matematico, genera un pin in modo da essere visibile ovunque.
Quanti ne avremmo salvati con il Covid arrivati soli al pronto soccorso non sapendo nemmeno le patologie pregresse ed i farmaci? Quanti ne salveremmo ogni giorno per incidente stradale o urgenza senza conoscere nemmeno il gruppo sanguigno? Basta alzare il dito al paziente, magari inerte, e tutte le sue visite, esami, ricoveri possono essere visionabili essendo certificati. E’ un sistema soggettivo conservato dal paziente, non oggettivo in mano a terzi, dove non occorre riscrivere periodicamente i farmaci, ad esempio, Sono certificabili finché un medico, anch’esso registrato, non porta modifiche. Un sistema di cassetti che può essere implementato a piacere: allerta per ricordare farmaci, visite o esami. All’apertura vengono presentate le allergie e tutti i dati salienti. Il paziente al centro del mondo della salute e della malattia.
2. Controlli sanitari sui pazienti e non sulle cartelle cliniche: la semplice percezione del controllo riduce il rischio di abuso. Quindi minor spesa del sistema. Quale medico prescriverebbe esami inutili o, peggio, farebbe interventi non indispensabili, sapendo che in modo randomizzato potrebbe essere controllato? Anche la medicina difensiva, vera piaga economica del nostro Paese con una spesa annua statale di circa 15 miliardi di euro, si ridurrebbe.
3. Non posso più vedere, nella sanità che vorrei solo dalla parte del paziente, strutture sanitarie, spesso private accreditate, che fanno solo interventi i cui rimborsi regionali sono alti. Non posso più vedere che si operi, spesso in strutture sanitarie accreditate, perché se non lo fai domani lo fa un altro medico. Per fare un esempio in Italia si fanno circa 650.000 interventi di cataratta all’anno. Secondo me almeno il 30% non sono da fare ma costano al sistema. I controlli servono a questo ed a distribuire in modo uniforme il lavoro. La cataratta è diventata, per colpa degli oculisti, un intervento per correggere il difetto visivo anche in assenza di patologia. Questa non è sanità ma lucro economico tipico delle aziende di commercio.
4. Non ci possono essere sconti nelle emergenze, come quella appena finita, qualunque struttura accreditata, pubblica o privata, deve sospendere qualunque prestazione privata per lasciare tutto lo spazio possibile a quelle pubbliche. Unico metodo per abbassare le liste di attesa. Oggi in Italia ci sono circa 500.000 interventi arretrati. Purtroppo alcuni non rinviabili.
Vi informo che da circa due mesi ho chiesto un accesso agli atti all’assessorato della Regione Lombardia per sapere, negli anni di emergenza 2020 e 2021, tutti i dati di tutte le strutture accreditate per visite, esami ed interventi eseguiti in regime mutualistico e di solvenza. Sono certo che ne vedrò delle belle che pubblicherò. Anche perché, girando nel web, si può trovare una intervista televisiva del padrone di una struttura privata accreditata veneta che dice: “Il Covid è stato per noi una fortuna perché ci ha permesso un aumento di guadagni della parte privata del 27%!”. Se fossi il Presidente della Regione Veneta o l’assessore gli toglierei immediatamente l’accreditamento così si crogiola meglio nei soldi che ha guadagnato sulla salute altrui. Voglio dire che la solvenza deve essere una scelta, non un obbligo. Ma senza controlli…
5. La medicina di base è completamente da riformare. Il Covid l’ha confermato. Il medico del territorio deve essere il primo baluardo, in prima linea sempre. Non può barricarsi nel suo studio libero professionale accreditato con il Sistema Sanitario. Con segretarie o segreterie telefoniche invalicabili. Poi il Covid ci ha regalato eroi che abbiamo già dimenticato. Perché i cittadini non hanno bisogno di eroi ma di quella empatia indispensabile a seguire, curare e guarire. I medici di base non devono più essere liberi professionisti accreditati con il Sistema Sanitario ma dipendenti statali, turnando 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in appositi spazi presso gli ospedali in modo da essere in stretto contatto con i colleghi specialisti. Con History Health il loro lavoro di ‘scribacchini’ si ridurrebbe nettamente in modo da essere disponibili per i cittadini.
6. Credo che la farmacologia, che ci ha fatto pagare i virologi in televisione a caro prezzo in questi due anni, non debba essere oggetto di enormi guadagni e soprattutto di sprechi. Allora penso che per spendere meno si potrebbero usare farmaci non brand né generici ma specifici uno per ogni patologia, a cominciare dalle croniche, scelti dalle società specialistiche e prodotti dall’azienda farmaceutica statale presente in Toscana dal 1800. Farmaci coperti dal Sistema Sanitario ed inviati direttamente a casa del paziente tramite History Health che periodicamente blocca la spedizione per i necessari controlli.
Ho cercato di essere il meno possibile prolisso indicando solo alcune delle proposte che potrebbero entrare in una riforma sanitaria non solo costruita su parole ma su azioni. Questi appunti di viaggio potrebbero essere usati come fondamenta.
Si potrebbe partire da qui. Per continuare il viaggio.