A differenza di Costa, Camuffo aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato: la pena è stata ricalcolata dai giudici di legittimità riducendola di due mesi rispetto ai quattro anni e sei mesi inflitti in appello. Nelle stesse ore la Corte d'appello toscana ha invece condannato a quattro anni proprio Costa, che in primo grado aveva avuto cinque anni e sei mesi, considerando le attenuanti generiche prevalenti sull'aggravante
La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a carico dell’ex appuntato dei Carabinieri Marco Camuffo, 44 anni, per la violenza sessuale ai danni di due studentesse statunitensi ventenni commessa la notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 a Firenze, mentre era di pattuglia con il collega carabiniere Pietro Costa. A differenza di Costa, Camuffo aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato. la pena è stata ricalcolata dai giudici di legittimità riducendola a quattro anni e quattro mesi, due mesi in meno rispetto ai quattro anni e sei mesi inflitti dalla Corte d’Appello di Firenze a febbraio 2021 e quattro in meno rispetto ai quattro anni e otto mesi inflitti dal gip in primo grado, a ottobre 2018.
Nelle stesse ore la Corte d’appello toscana ha invece condannato a quattro anni proprio Costa, che in primo grado (a febbraio 2021) aveva avuto cinque anni e sei mesi. I giudici hanno applicato lo sconto di pena considerando le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante di aver abusato della qualità di carabiniere in servizio. Ridotta a cinque anni anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che in primo grado era stata disposta vita natural durante. La procura generale e gli avvocati di parte civile avevano chiesto la conferma della condanna di primo grado, mentre i difensori dell’imputato avrebbero voluto l’assoluzione. Nel novembre del 2021, sia Costa che Camuffo erano stati condannati in via definitiva dalla Cassazione a cinque mesi per reati militari.
La notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 la pattuglia formata da Camuffo e Costa intervenne per alcuni disordini in un locale vicino alla discoteca Flò in piazzale Michelangelo, sulle alture del capoluogo toscano. Qui i due militari offrirono un passaggio alle due ragazze a bordo della Fiat Bravo di servizio per riportarle a casa, un alloggio preso nel centro storico. Quando arrivarono a destinazione salirono con loro nello stabile. Fu questo il momento in cui si compì la violenza sessuale poi denunciata all’autorità giudiziaria dalle ragazze: accuse confermate durante un lunghissimo incidente probatorio svolto in modalità protetta, che – almeno nel caso di Camuffo – hanno retto per tutti e tre i gradi di giudizio.