La solidarietà europea è semplicemente una solidarietà emotiva. E le emozioni sono come le nuvole: passano con il vento. Non c’è una solidarietà strategica, che significa non pagare le operazioni militari della Russia, presentarci come una entità unica europea fissando il prezzo del gas e distribuire equamente la popolazione che ospitiamo. Se non facciamo queste cose, siamo solo spettatori”. Così, a “L’aria che tira” (La7), il filosofo Umberto Galimberti si esprime sulla strategia assunta dalla Unione Europea nelle trattative relativa alla guerra tra Russia e Ucraina, aggiungendo: “Siamo capaci di fare questo? Non credo, perché siamo ormai una popolazione infrollita. In tv mi fa molta impressione vedere le immagini dei disastri in Ucraina e subito dopo le pubblicità delle creme di bellezza e delle cioccolate. Ma allora noi siamo quella roba lì?”.

Galimberti accusa l’Unione Europea di essere completamente assente: “Dov’è l’Europa? Non c’è. Ci sono la Russia, la Cina e gli Usa. Stiamo a litigare persino se fare o non fare le sanzioni contro la Russia, visto che l’Ungheria e Cipro non ci stanno. E questo succede per quello scriteriato principio secondo cui in Ue le decisioni devono passare all’unanimità. Se decidiamo di fare gli spettatori delle vittime ucraine, possiamo anche non rinunciare al gas russo – conclude – Se invece vogliamo renderci conto che la guerra non è tanto per l’Ucraina, ma contro le democrazie illiberali dell’Occidente, è chiaro che dobbiamo rinunciare al gas russo. Non è un gran disastro. Cingolani ci ha detto che fino a ottobre ce la faremo con le nostre riserve. A ottobre la guerra sarà finita ma intanto smettiamo di finanziare le operazioni militari della Russia dandole un miliardo al giorno”.

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