Nuova rottura sulla delega fiscale, attesa oggi al voto della commissione Finanze della Camera dopo settimane di stallo e spaccature nella maggioranza. Questa mattina la seduta convocata alle 13.30 è stata rinviata alle 19, ma i tentativi di – ulteriore – mediazione fra Forza Italia, Lega e le altre forze che sostengono il governo sul pacchetto di emendamenti proposto come mediazione dal Tesoro sono falliti. Risultato: si voteranno uno per uno i circa 440 emendamenti, secondo quanto conferma il presidente della commissione Luigi Marattin. Per i deputati della Lega Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, rispettivamente capogruppo in commissione bilancio e vicepresidente della commissione Finanze alla Camera, “nonostante la buona volontà messa in campo dal centrodestra non ci sono le condizioni, al momento, per approvare la delega” e “chi cercherà forzature senza accordo di maggioranza si prenderà la responsabilità di mettere in difficoltà il governo”. Gli azzurri dal canto loro ribadiscono che non accetterebbero un ricorso da parte del governo alla fiducia: “Su materie così delicate Forza Italia ritiene che il Parlamento possa e debba apportare miglioramenti ai testi presentati”.

Rispetto alle scorse settimane i deputati di Forza Italia e leghisti hanno cambiato bersaglio: ottenuta dal Tesoro una nuova rassicurazione sul fatto che dalla delega – che comprende la revisione del catasto – non deriverà un aumento delle tasse, martedì per dare via libera agli emendamenti riformulati dal ministero con l’ok della Ragioneria e ritirare i propri hanno chiesto che i decreti attuativi della delega tornino in commissione per ricevere un parere vincolante. Richiesta “senza senso” secondo Marattin.

Quanto al merito, nel mirino del Carroccio c’è ora lo spettro di un aumento delle “tasse su Bot e locazioni“, come ha spiegato il deputato leghista Alberto Gusmeroli. Uno degli emendamenti riformulati dal Tesoro prevede – come richiesto nel documento finale delle commissioni Finanze di Camera e Senato propedeutico alla riforma – la “progressiva e tendenziale evoluzione del sistema verso un modello compiutamente duale“ attraverso l’applicazione “a regime della medesima aliquota proporzionale di tassazione e, in via transitoria, di due aliquote di tassazione proporzionale, ai redditi derivanti dall’impiego del capitale (i proventi da investimenti ndr) anche nel mercato immobiliare“. Visto che oggi l’aliquota sui redditi da capitale – come i dividendi azionari – è al 26% ma quella sui Btp è al 12,5% e la cedolare secca sugli affitti al 21% (10 se il canone è concordato), il timore è che entrambe siano ritoccate al rialzo. Tutto verrà comunque deciso in sede di varo dei decreti delegati: il governo – ammesso che la delega passi – avrà tempo 18 mesi. Gusmeroli spiega che il suo partito ha posto come condizione anche “l’accoglimento di un emendamento sul mantenimento dell’imposta attuale per le “cedolari esistenti”.

Per la capogruppo M5s in commissione Vita Martinciglio “il malcelato intento della Lega” è far saltare tutto e se andrà così “se ne assumeranno la responsabilità”. Anche il capogruppo dem Gian Mario Fragomeli attacca: “Lega e Forza Italia con il loro atteggiamento nell’esame della delega fiscale stanno mettendo a rischio l’approvazione di una riforma nello stesso tempo necessaria per rispettare gli impegni presi con il Pnrr e strumento fondamentale per il rilancio economico del nostro Paese, per la sua efficienza e la sua modernizzazione. E’ un’occasione che non possiamo perdere. Sarebbe inaccettabile se Lega e Forza scegliessero di indebolire Draghi e il governo su un passaggio cruciale per il nostro futuro”.

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