Economia & Lobby

Incassi d’oro per le banche statunitensi Jp Morgan e Goldman Sachs grazie alla compravendita di titoli russi

Protagonista delle operazioni di trading anche l'inglese Barclays. Le tre banche hanno comprato i titoli svenduti a prezzi stracciati dai gestori di fondi per poi rivenderli a valori vantaggiosi. Al momento mercati secondari dei bond e dei derivati come i credit default swap non sono bloccati dalle sanzioni

Le due banche statunitensi Jp Morgan e Goldman Sachs hanno guadagnato circa 100 milioni di dollari (90 milioni di euro) a testa grazie a operazioni di compravendita su titoli obbligazionari russi realizzate negli ultimi giorni. Con gli stessi prodotti il gruppo inglese Barclays ha invece guadagnato 50 milioni. Le operazioni messe in atto dalle tre banche si sono mosse sul filo delle sanzioni, mercati dei derivati e dei bond non sono al momento oggetto di blocco. Le tre banche hanno raccolto le vendite di gestori patrimoniali che hanno scaricato i titoli russi a prezzi stracciati per evitare rischi eccessivi e non incorrere in sanzioni. Jp Morgan, Barclays e Goldman Sachs, banche dalle spalle grosse e con l’esperienza necessaria per gestire “patate bollenti” hanno fiutato l’affare facendo incetta di bond per poi rivenderli una volta che i prezzi si sono relativamente stabilizzati, lucrando sulla differenza. Secondo quanto riporta il sito per addetti ai lavori International finance review (Ifr) citando alcuni trader negoziazioni sui titoli in questione sarebbero tuttora molto attive. Jp Morgan non ha voluto commentare la notizia, Goldman Sachs ha affermato che “La nostra attività di trading di titoli russi si concentra sulla riduzione del rischio dei clienti in modo che possano procedere con un’ordinata riduzione dell’esposizione”. Jp Morgan è una delle banche incaricate da Mosca di gestire i pagamenti delle cedole dei suoi titoli ai creditori occidentali.

Dopo l’invasione dell’Ucraina l’attività di negoziazione di obbligazioni è aumentata notevolmente. I volumi giornalieri del debito sovrano russo denominato in dollari Usa hanno raggiunto una media di oltre 240 milioni di dollari più del doppio della media dello scorso anno. Come sempre la forte volatilità, ossia consistenti variazioni di prezzo in breve tempo, costituiscono occasione di grandi guadagni per chi si sa muovere in acque tempestose. “Il crollo dei prezzi che abbiamo visto tra le titoli sovrani e societari russi è stato senza precedenti con clienti che hanno svenduto i bond e una forte differenza tra offerta di vendita e prezzo di acquisto”, spiega un trader che aggiunge “È facile guadagnare molto quando lo spread denaro-lettera è così ampio”. Le operazioni hanno interessato anche i cds (credit default swap) sui titoli russi. Si tratta di assicurazioni sul rischio di default il cui prezzo naturalmente sale quando le probabilità di insolvenza aumentano. Questi prodotti possono essere comprati autonomamente, indipendentemente dal titolo sottostante assicurato. Il loro valore si è raddoppiato in poche ore, dopo che il governo Usa ha annunciato il blocco dei conti russi nelle banche statunitensi spingendo Mosca verso il default. Chi aveva comprato i cds ha così realizzato cospicui guadagni.