La Russia ha pagato in rubli, e non i dollari, le cedole da 650 milioni di dollari (595 milioni di euro) su due dei suoi eurobond con scadenza 2022 e 2042. Lo scrive l’agenzia Bloomberg che riporta una nota del ministero delle Finanze di Mosca in cui viene sottolineato che le banche estere hanno rifiutato il pagamento in dollari e che pertanto l’obbligazione finanziaria è stata “completamente rispettata”. Ieri gli Stati Uniti hanno annunciato il blocco dell’operatività dei conti russi presso le banche nazionali. Tra queste anche Jp Morgan incaricata di gestire i pagamenti degli interessi sui bond russi ai creditori esteri. Nei giorni scorsi Mosca ha riacquistato circa i due terzi di un bond in scadenza lunedì 4 aprile da 2 miliardi di dollari. La Russia dispone di “tutte le risorse necessarie per ripagare il proprio debito”, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov sottolineando che “come è noto una gran parte delle riserve sono state bloccate all’estero, quindi, se il blocco continua e le operazioni effettuate con valuta congelata vengono bloccate, le cedole potrebbero essere pagate in rubli”. “Anche se è impossibile – prosegue – teoricamente si potrebbero proclamare alcune situazioni di insolvenza, naturalmente, ma sarebbero situazioni di default artificiali”.
Secondo le agenzie di rating statunitensi Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s, il pagamento in una valuta diversa da quella prevista nei contratti configura a tutti gli effetti un default. Perché venga dichiarato è previsto un “periodo di grazia” di 30 giorni. Il ministero delle Finanze russo ha dichiarato che le banche estere hanno respinto gli ordini di pagamento in dollari. Mosca potrebbe però prendere in considerazione la possibilità di consentire ai detentori stranieri dei suoi due bond di convertire i pagamenti in rubli in valute estere una volta che sarà ripristinato l’accesso della Russia ai suoi conti esteri. La Russia riceve in media circa un miliardo di euro al giorno per il pagamento delle sue forniture energetiche. La banca centrale dispone di riserve in asset esteri ed ore per un valore di oltre 600 miliardi di dollari. Tuttavia una buona parte di queste riserve è bloccata dalle banche centrali occidentali che detengono gli asset nelle rispettive valute. Ieri i costi delle assicurazioni contro l’eventuale default della Russia sono schizzati dell’80%. La probabilità di default entro un anno implicite nel costo delle assicurazioni (cds) sono balzate al 99%. I Cds che assicurano 10 milioni di dollari di debito russo per un anno costano 7,3 milioni di dollari di commissione iniziale, a cui si aggiungono 100 mila dollari all’anno.