Un traguardo fino a poco tempo fa impensabile perché ritenuto impossibile. Eppure una donna affetta da una rara malattia neurodegenerativa che l’aveva costretta a letto da oltre 18 mesi è riuscita a stare in piedi e camminare di nuovo. Il suo midollo spinale è stato riattivato grazie ad elettrodi impiantati direttamente nei nervi e che generano impulsi elettrici, regolando la pressione sanguigna. Lo straordinario risultato si deve a ricercatori dell’Ospedale Universitario di Losanna (Chuv) e della Scuola politecnica federale di Losanna (Epfl), che hanno pubblicato lo studio sul The New England Journal of Medicine. Si tratta dello stesso gruppo di lavoro che a febbraio che sono riusciti a far camminare tre uomini che avevano lesioni al midollo.

Adesso l’obiettivo è rendere la terapia disponibile per tutti coloro che ne hanno bisogno. Nirina, la paziente, soffre di atrofia multisistemica di tipo parkinsoniano (Msa-p), una forma di atrofia che include sintomi come rigidità, tremore irregolare a scatti, instabilità posturale, movimenti estremamente rallentati e difficili da controllare e per la quale non esiste cura. La malattia provoca anche la morte dei neuroni responsabili del controllo della pressione sanguigna: ciò vuol dire che se il paziente cerca di mettersi in posizione eretta la pressione si abbassa vertiginosamente, provocando svenimenti e crisi e costringendo la persona a rimanere perennemente sdraiata.

L’impianto, inizialmente pensato per persone paralizzate in seguito a incidente, era già stato testato su pazienti tetraplegici per il trattamento della pressione sanguigna, ma questa è la prima volta che viene applicato per questo genere di disturbi. Gli elettrodi impiantati sono collegati ad un generatore di impulsi, che viene già comunemente usato per il trattamento del dolore cronico, e hanno permesso al corpo della paziente di migliorare la propria capacità di controllare la pressione, consentendole di rimanere cosciente quando si trova in posizione eretta e di iniziare la fisioterapia. Con l’aiuto di un telecomando, Nirina ha potuto controllare in prima persona l’intensità della stimolazione: in questo modo è riuscita a rimettersi in piedi e a camminare per più di 250 metri.

Foto di archivio

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