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Rifiuti, procedura d’infrazione Ue contro l’Italia sulle discariche: deve chiuderne 12 in due mesi

Nella sentenza del 29 marzo 2019, la Corte di giustizia dell’Ue aveva stabilito che l’Italia non era riuscita a garantire la chiusura definitiva e il ripristino di 44 discariche. Nel frattempo ne sono state chiuse 32, ma per le altre 12 non è stata garantita né la chiusura né il ripristino

La Commissione Ue ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia – primo passo della procedura di infrazione – in cui la invita rispettare la direttiva sulle discariche. Già nella sentenza del 29 marzo 2019, la Corte di giustizia dell’Ue aveva stabilito che l’Italia non era riuscita a garantire la chiusura definitiva e il ripristino di 44 discariche non conformi ai requisiti della Direttiva. Nel frattempo, la Commissione ha accertato che, sebbene l’Italia abbia regolarmente chiuso 32 discariche, non è riuscita a garantire la chiusura definitiva e il ripristino delle 12 discariche rimanenti. Nella lettera si concedono all’Italia due mesi per porre rimedio alla situazione. In caso contrario, la Commissione può decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

La direttiva sulle discariche stabilisce alcuni standard necessari per prevenire effetti negativi sulla salute umana, sull’acqua, sul suolo e sull’aria. Ai sensi della direttiva sulle discariche, gli Stati membri dovevano chiudere entro il 16 luglio 2009 le discariche che non erano conformi ai requisiti della direttiva a meno che non fornissero adeguati “piani di riqualificazione del sito” che consentissero loro di continuare ad accettare rifiuti per lo smaltimento.