È morto Vladimir Zhirinovsky, politico ultranazionalista russo e leader del partito liberal-democratico: ad annunciarlo è stato il portavoce della Duma. Zhirinovsky stesso aveva fondato il partito nel 1990 assieme a Vladimir Bogačëv, configurandosi come la seconda forza politica registrata nella storia dell’Unione Sovietica e il primo partito d’opposizione nella storia dell’Urss.
Nel 2014 i media occidentali parlarono di lui per alcune dichiarazioni che tenne durante una conferenza stampa. Una giornalista di Russia Today aveva chiesto una sua opinione sulle possibili ritorsioni russe contro il governo di Kiev che quell’anno aveva sancito il divieto di ingresso in Ucraina ai cittadini russi maschi. In tutta risposta, Zhirinovsky aveva invitato due uomini presenti a stuprare la giornalista, allora al sesto mese di gravidanza. Il giorno dopo la donna era stata ricoverata in ospedale per lo stress che la vicenda le aveva provocato. Il leader del partito liberal-democratico in un secondo momento si era scusato e aveva proposto di intestarsi le spese mediche del ricovero.
Zhirinovsky si era candidato alle elezioni presidenziali russe del 1991, dove fu il terzo candidato più votato, dietro al vincitore Boris Eltsin e a Nikolaj Ryžkov. Tra i vari riconoscimenti che ha ottenuto, si segnalano l’Ordine al merito per la Patria di IV Classe, l’Ordine d’Onore, l’Ordine al merito per la Patria di III Classe e l’Ordine di Aleksandr Nevskij.
Per il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, Zhirinovsky è stato “un politico brillante e di talento. Un uomo che ha capito profondamente come funziona il mondo e ha previsto molto. La sua personalità è così grande che senza di lui è difficile immaginare la storia dello sviluppo del sistema politico della Russia moderna”.