“La posizione dell’Italia sulle sanzioni è indecente“. La nuova accusa di Mosca nei confronti di Roma arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Intervenendo al programma del presentatore filo Putin Vladimir Solovyov (le cui ville sul lago di Como nelle ultime ore sono state vandalizzate da ignoti), la collaboratrice del ministro Lavrov ha detto che l’Italia “probabilmente ha dimenticato chi le tese una mano in quel momento difficilissimo. E ora la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese”. Quando parla di “momento difficilissimo”, l’esponente del governo russo fa riferimento agli aiuti di Mosca nei mesi complicati del Covid in Lombardia. Un aiuto, quello di Mosca, che nei giorni scorsi ha rinfocolato vecchi sospetti e nuove polemiche, con il Cremlino che ha accusato direttamente il ministro della Difesa Guerini di irriconoscenza nei loro confronti. Questa volta, tuttavia, Maria Zakharova si è spinta oltre, sottolineando che quella dell’esecutivo Draghi “non è la posizione dei cittadini italiani che scrivono di vergognarsi del loro governo, che si dissociano da questa posizione”. Tornando a un discorso più generale, la portavoce di Lavrov ha poi sottolineato che Mosca risponderà in modo duro ai Paesi che hanno espulso diplomatici russi, precisando che tale risposta sarà vantaggiosa per la Russia.
Non si è fatta attendere la replica del presidente del Consiglio italiano, che ha risposto alle nuove accuse di Mosca durante le dichiarazioni congiunte a Palazzo Chigi con con il premier olandese Mark Rutte: “Sanzioni indecenti? Di indecente ci sono i massacri che vediamo ogni giorno” ha detto Draghi, che poi ha confermato l’inasprimento dell’atteggiamento europeo nei confronti della Russia: “La Commissione Ue ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni che l’Italia appoggia con convinzione, siamo pronti – ha aggiunto – a nuovi passi anche sul fronte dell’energia insieme ai nostri partner. L’Ue deve mostrare convinzione e rapidità”.
Convinzione e rapidità che al momento non ci sono sul no (o perlomeno sul tetto) al gas russo. Sul tema, Draghi ha risposto: “Non sono riuscito a convincerlo, ma ha fatto un passo fondamentale: mi ha assicurato che non c’è nessuna questione di principio e si è detto disponibile ad esaminare tutte le ragioni e avere una discussione aperta”. Non solo. A sentire il presidente del Consiglio italiano, “sciogliersi dalla dipendenza del gas è difficile ma dobbiamo avere in mente che questa è una prospettiva se la guerra continua con le atrocità che stiamo vedendo. Nello stesso tempo – ha aggiunto il premier – dobbiamo procedere sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, anche verso forme di energie alternative in particolare le rinnovabili“.