Jacopo Tissi, 27 anni, nominato primo ballerino del teatro appena un mese prima dell’inizio della guerra russa in Ucraina, ha fatto le valige ed è rientrato in patria. E il 7 aprile è già inserito nel programma del teatro degli Arcimboldi di Milano nel gala “Pace for Peace – a ritmo di danza”, con l'étoile europee in una serata a sostegno degli artisti ucraini. Il ricavato va in beneficenza al fondo #MilanoAiutaUcraina
“Era impossibile continuare a lavorare a Mosca”. Torna a casa il primo italiano entrato stabilmente nella compagnia del teatro Bolshoi di Mosca, il tempio del balletto, sogno di tutti i ballerini classici. Jacopo Tissi, 27 anni, nominato primo ballerino del teatro appena un mese prima dell’inizio della guerra russa in Ucraina, ha fatto le valige ed è rientrato in patria. E subito il teatro alla Scala di Milano lo ha accolto come ospite della stagione. E anche il Teatro degli Arcimboldi di Milano lo ha scritturato per una serata di beneficenza a favore delle vittime ucraine. Per il giovane talento, considerato il nuovo Roberto Bolle, a Mosca il clima non permetteva un’attività serena.
Come si fa a lavorare in tranquillità mentre la guerra coinvolge proprio il Paese di residenza in veste di invasore?“Per un artista è fondamentale uno stato emotivo interiore che gli permetta di esprimersi sul palco, di trasmettere emozioni e di fare arte”, confessa Tissi a FQ Magazine. E specifica: “Nell’ultimo periodo a Mosca questa condizione per me era sempre più difficile da trovare e non c’era più possibilità di rimanere in quel clima di conflitto e continuare il mio percorso artistico”. Il maestro che lo aveva elevato al ruolo più ambito, quello di primo ballerino, un riconoscimento mai dato a un talento italiano, è il direttore del corpo di ballo del Bolshoi Makhhar Vaziev. Artista che in passato aveva diretto anche la compagnia scaligera, prima di tornare in Russia. Fra Tissi e Vaziev il rapporto era ottimo fin dal 2017, quando il ballerino era approdato a Mosca con un buon contratto. Ma soprattutto, cogliendo la rara occasione di rappresentare il talento italiano nel luogo più prestigioso dell’arte coreutica.
Aveva ballato da fuoriclasse in tutti i ruoli proposti. Al tal punto che Vaziev stesso, vedendolo nel personaggio del Principe dello Schiaccianoci di Jurij Grigorovich, non aveva avuto dubbi: “Sarà lui il nuovo primo ballerino”. Era il 31 dicembre e il suo talento senza eguali meritava quel riconoscimento grandioso nel tempio dell’eccellenza del balletto mondiale. Poco dopo infatti, a gennaio, arriva la nomina. I giornali specialistici hanno toni entusiastici: è il nuovo Bolle. Ma in Russia. Per il giovane artista, che ancora non ci crede, quel sogno realizzato così presto però si infrange. Comincia la guerra. Ci sono dimissioni, dichiarazioni. Lui non riesce più a concentrarsi, a essere artista in quel clima conflittuale. Allora decide di rientrare, anche su consiglio della Farnesina.
“E’ stato molto difficile lasciare in modo inaspettato maestri, colleghi, amici del Bolshoi”, ammette. Ma poi guarda al positivo: sarà vicino alla sua famiglia. Le proposte non si fanno attendere. Il 7 aprile è già inserito nel programma del teatro degli Arcimboldi di Milano nel gala “Pace for Peace – a ritmo di danza”, con étoile europee in una serata a sostegno degli artisti ucraini. Il ricavato va in beneficenza al fondo #MilanoAiutaUcraina. Fra gli artisti, tutti a titolo gratuito, oltre a Tissi anche Silvia Azzoni, Alina Cojocaru, Johan Kobborg, Sasha Riva, Simone Repele, Oleksandr Ryabko e una parata di stelle unite per la pace e la solidarietà all’Ucraina.
E poi il ritorno alla Scala. In diversi titoli della nuova stagione di balletto 2022 -2023. Il suo contratto di primo ballerino ospite, concordato con il direttore del Ballo Manuel Legris e il sovrintendente Dominique Meyer. lo vedrà già danzare nel mese di luglio in alcune recite di “Giselle”. Alla Scala, del resto, il ballerino di Landriano, in provincia di Pavia, non solo si era formato, ma si era già esibito nel 2018 nel corso di una tournée del Bolshoi e poi ancora a gennaio scorso ne La Bayadère. Per lui questo sarà un nuovo capitolo in un teatro al quale dichiara di essere molto legato. Dopo l’esperienza assoluta nel tempio del balletto mondiale, cosa porterà al pubblico italiano? “È stata un’esperienza unica, una grande scuola”, racconta ancora a FQ Magazine. E aggiunge: “Mi sono confrontato con un repertorio molto ampio: i grandi classici, ma anche coreografie più contemporanee, crescendo in un ambiente di bravissimi ballerini e artisti. Ho avuto l’opportunità di essere in scena molto spesso, calcando i due palcoscenici più prestigiosi russi il Bolshoi di Mosca e il Mariinsky di San Pietroburgo”.
Cosa si prova a diventare da italiano il primo ballerino del tempio russo della danza mondiale? “Una grande gioia, Ma anche una responsabilità importante. La nomina è stata un momento che porterò sempre con me”, dice. Ormai le cose sono andate in questo modo. Ma il rientro di un grande talento italiano all’estero darà al pubblico italiano molte gioie. Soprattutto quel particolare pathos interpretativo e quel virtuosismo che hanno i grandi artisti russi cresciuti al Bolshoi. Con un ingrediente in più: l’italianità.