È entrata a regime l’invio da parte dell’Agenzia Entrate-Riscossione delle cartelle esattoriali con la sanzione per i cittadini over 50 no-vax che non si sono sottoposti alla vaccinazione anti-Covid. Secondo quanto si apprende il ministero della Salute avrebbe iniziato a inviare gli elenchi delle persone che non si sono sottoposte al vaccino e, dopo la verifica, vengono inviate le cartelle tramite Poste. Al momento sarebbero state spedite o sarebbero in via di spedizione anche all’inizio della prossima settimana un primo lotto di circa 600mila ‘multe’. Le ‘lettere’ inviate in questi giorni sono al momento delle “comunicazioni di avvio del procedimento sanzionatorio”: non richiedono perciò subito un pagamento. Come previsto dalla legge, invece, il destinatario ha 10 giorni di tempo per comunicare alla propria Asl competente eventuali motivi di esenzione dal vaccino. Superato questo periodo senza aver indicato le ragioni della propria scelta no-vax la normativa prevede che l’Agenzia delle Entrate-Riscossioni invii la sanzione vera e propria di 100 euro entro il termine di 180 giorni, in pratica entro sei mesi.
Nel frattempo, in Lombardia, l’assessorato al Welfare della Regione ha comunicato in una nota che, entro il 12 aprile, l’Agenzia delle entrate invierà 91.943 multe agli over 50 che non risultano vaccinati al primo febbraio 2022 (il giorno in cui è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per questa fascia anagrafica). Dal 4 aprile è iniziata la consegna delle missive che comunicano l’avvio del procedimento sanzionatorio previsto dal Decreto legge 44/2021 e che comporta una sanzione da 100 euro. Lunedì ne sono state inviate 13.106, martedì 12.304. Un terzo del totale (38.099) dei no-vax che saranno multati si trovano nelle province di Milano e di Monza-Brianza. C’è poi Brescia, con 11.276 inadempienti, seguita da Bergamo, con 9.955 over 50 contrari al vaccino. Chi intende presentare una certificazione per l’esenzione dall’obbligo vaccinale può rivolgersi, entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione, alle aziende socio-sanitarie locali, inviando una Pec o presentando al protocollo la documentazione necessaria.