Siamo pacifisti e nonviolenti e condanniamo la brutale invasione dell’Ucraina. Il 9 aprile incontro pubblico di Europa Verde: meno fondi alle armi, più risorse contro crisi climatica, povertà e pandemie
Senza esitazione noi Verdi stiamo con il 60% degli italiani contrari all’aumento delle spese militari al 2% del Pil deciso da governo e parlamento. Siamo pacifisti da sempre, e non a corrente alternata. Lasciamo ad altri la soddisfazione per piccole vittorie di Pirro che non cambiano il senso delle cose: le spese militari aumentano, Europa verde ha votato contro, perché la coerenza per noi è un valore sempre, non a corrente alternata.
Essere nonviolenti non significa non avere chiaro quello che sta succedendo in Ucraina, vittima di un’aggressione armata che non trova giustificazione e che demarca con chiarezza chi è aggressore e chi è aggredito. A oltre un mese di distanza, bombardamenti, scontri armati, devastazioni, violenze inaudite contro i civili e l’esodo di milioni di cittadini non conoscono tregua.
Si dice che la prima vittima della guerra è la verità. Non ho dubbi che nella Russia di Putin sia così. Uno dei danni non collaterali di questo conflitto è il duro regime di silenzio stampa a cui è stato piegato il sistema informativo russo, una censura che impedisce ai cittadini di quel paese di leggere la realtà di quanto sta davvero accadendo. Anche se non fa morti e si “limita” ad uccidere il pensiero e il diritto all’esercizio della libertà di opinione di chi scrive e di chi legge, si tratta di un’altra forma di imbarbarimento. Come non pensare in queste ore alle due intellettuali russe – Masha Guessen e Anna Stepanovna Politkovskaja, barbaramente uccisa nel 2006 – che per tempo ci avevano messi in guardia sulla criminale identità politica di Putin. Onore quindi a chi in queste ore in Russia ha preso le distanze dalla guerra, anche a rischio della propria incolumità, come ha fatto la giornalista Marina Ovsyannikova esponendo un cartello contro la guerra in diretta tv. E come hanno fatto anonimi e coraggiosi manifestanti scesi in strada e prontamente arrestati.
Ma torniamo all’aumento delle spese militari che è stato approvato il 17 marzo dalla Camera con 391 voti favorevoli, 7 astenuti e 19 contrari, tra i quali i quattro deputati di Europa Verde. Un aumento, confermato dal Senato qualche giorno dopo, che porterà la spesa militare dagli attuali 25 miliardi di euro annui a circa 40, e che si inserisce in un trend ininterrotto: l’ex Presidente Giuseppe Conte pare essersene dimenticato, ma anche i governi da lui presieduti hanno aumentato il budget della Difesa. Il trend è comune in tutto il mondo, nemmeno la crisi pandemica ha cambiato le cose. Alcuni dati: le 100 principali industrie militari mondiali hanno aumentato il fatturato. Nel 2020 il comparto ha registrato vendite a livello globale per un totale di 531 miliardi di dollari, in crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente, confermando un andamento che si è consolidato nell’ultimo ventennio: dal 2000 ad oggi la spesa militare mondiale è raddoppiata e si avvicina a 2 trilioni di dollari Usa l’anno, registrando aumenti in tutte le regioni del mondo.
La decisione del Parlamento italiano va nella direzione opposta alla risoluzione, che ho depositato in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, a sostegno della proposta lanciata da scienziati e cinquanta Premi Nobel (tra i quali Carlo Rubbia e Giorgio Parisi) perché si taglino del 2% le spese militari destinando le risorse risparmiate alla costituzione del “dividendo per la pace”: un fondo da impiegare per investimenti contro la crisi climatica, la povertà e le pandemie.
Il tema del Dividendo per la Pace sarà al centro dell’iniziativa pubblica che ho organizzato per Europa Verde. Saranno con noi, tra gli altri, il fisico Carlo Rovelli, che è tra i promotori del Dividendo per la Pace, e Sergio Andreis della campagna Sbilanciamoci! Interverranno con me, il deputato di Europa Verde Cristian Romaniello, l’eurodeputata e coportavoce nazionale Eleonora Evi, e il coportavoce di Europa verde Emilia-Romagna Paolo Galletti. Ci vediamo il 9 aprile alle 11: in presenza per chi potrà o in streaming sulla mia pagina facebook e su quelle di Europa Verde.