Sparita nel nulla. Alina Kabaeva, un passato da super ginnasta olimpionica, considerata da tutti come l’amante segreta di Putin, si è fatta beffe (per ora) di tutte le sanzioni. Si è ritenuto da anni che vivesse in Svizzera. Lì è partita una raccolta di firme: “Riuniamo Eva Braun al suo Fuhrer”. Ha raccolto in pochi giorni 55 mila adesioni, mentre c’è anche chi vuole le siano ritirate le medaglie. Però la compagna (segreta, ma è un segreto di Pulcinella) da riunire a quello che molti elvetici ritengono l’Hitler di questo millennio, si è vaporizzata. E ha finora dribblato ogni ritorsione, come quelle che hanno invece colpito le due figlie di Putin: Katerina Tikhonova, matematica, vicedirettore dell’Istituto per la ricerca dell’Università di Mosca, e Maria Vorontsova, medico, alla guida dei programmi di ricerca finanziati dal governo. Dove sia oggi Alina non lo sa nessuno. Qualcuno sostiene che non sia mai stata in Svizzera, qualcuno che invece abbia risieduto per anni vicino a Lugano ma che sia scappata quando la situazione si è fatta incandescente, dopo la guerra. E c’è chi ipotizza si trovi in Siberia, nelle montagne dell’Altai. Lì c’è un bunker super attrezzato fatto costruire dallo stesso Putin per ogni difficoltà.
L’ex ginnasta da anni è indicata come l’amante di Putin (anzi, quasi una seconda moglie con tanto di cerimonia celebrata con il rito ortodosso) e numerosi indizi hanno segnalato la sua presenza nella zona di Lugano, insieme ai quattro figli, che avrebbe avuto dallo stesso leader russo, ospite di un lussuoso villone. C’è un testimone che assicura di aver visto anche lo stesso Putin in zona, diretto verso la sontuosa dimora nella Svizzera italiana: “Era lui e guidava personalmente”. In realtà non c’è mai stata una prova definitiva che la Kabaeva fosse proprio lì. In quella casa extra lusso sulle alture che si affacciano sul lago. Mistero che è diventato ancora più fitto da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Il timore di sanzioni, ma anche di attacchi personali, ha reso la sua sorte ancora più impenetrabile.
Anche perché il ruolo della Kabaeva nel complesso organigramma del potere putiniano non è certo di secondo piano. Dirige dal 2014 Nmg, il colosso dei media. Un ruolo, questo, sempre dichiarato anche in rete. Ma negli ultimi giorni il suo nome è sparito anche da lì, dall’organigramma dell’azienda pubblicato sul web. Il network di cui fanno parte Perviy Kanal, Ren-Tv, Izvesia, Life.ru ha rapidamente fatto sparire nome, foto e profilo della sua amministratrice delegata. Avere tra le mani l’informazione in maniera pressoché esclusiva, visto che tutti gli organi di informazione indipendenti sono stati chiusi, vuol dire orientare la propaganda russa. Raggiungere i telespettatori con un’unica voce e orientare l’opinione pubblica. Un ruolo decisivo nel dato diffuso negli ultimi giorni secondo cui la popolarità di Putin sarebbe al massimo in patria, all’83 per cento. Basta constatare che negli ultimi giorni la ricostruzione della strage di Bucha è stata presentata nelle trasmissioni e da tuti gli anchorman come “bieca propaganda costruita dalla Nato e dagli ucraini”. La sua figura è sempre stata tenuta rigorosamente nascosta. Il Moskovsky Korrespondent nel 2008 aveva confermato la relazione con il presidente. Neanche il tempo di pubblicare l’articolo ed era stato chiuso.
Poi ci aveva riprovato l’oppositore Alexey Navalny, oggi in carcere. L’inchiesta realizzata dal suo staff rivelava che, senza alcuna esperienza precedente nella comunicazione, riceveva uno stipendio di 10 milioni all’anno. In euro. Suggeriva Navalny che il nome della Kabaeva fosse solo una copertura: “Il network è in realtà dello stesso Putin”. Il leader è sempre stato molto generoso con Alina e con tutta la sua famiglia. Il gruppo di reporter legati a Navalny ha pubblicato l’elenco di tutte le donazioni immobiliari. Nel 2015 alla nonna di Alina, Anna Zatsepilina, che oggi ha 86 anni: un appartamento di 200 metri quadri a San Pietroburgo da 120 milioni di rubli. Tramite dell’operazione l’amico o di Putin Gennady Timchenko. Solo qualche giorno prima Alina in persona aveva acquistato un appartamento di 600 metri quadri sull’Arbat nella capitale. Valore: 600 milioni di rubli. Ancora una volta il tramite è stato un amico di Putin. Poi c’è il caso di un’altra villa, in realtà un appezzamento di mezzo ettaro nell’esclusivo quartiere della Rublevka con due case, ricevuto ancora da Alina dal compagno di judo di Putin Grigory Bayevsky. Si dice che tocchi a lui la gestione dell’immenso patrimonio del presidente russo, incaricato di amministrarlo.
Così, alla sorella di Alina, di nome Leysan, è toccato un appartamento di 220 metri quadri del valore di 1,5 milioni di dollari. La madre di Kabaeva invece ha ottenuto un appartamento di 260 metri quadrati del valore di 12 milioni di dollari. Gazprom ha fornito anche una casa di lusso a Nadezhda Krivonogikh, la nonna di Luiza Rozova, nata dalla supposta relazione passata con Svetlana Krivonogikh. E, per non dimenticare nessuno, un appartamento è toccato anche Alisa Kharcheva. E’ un’ex studentessa di giornalismo. Ma deve la sua notorietà al calendario sexy per Putin.