“La vita dei bambini è più importante della democrazia e della libertà, anche perché un bambino anche in una dittatura può essere felice”, ha dichiarato Alessandro Orsini martedì scorso a “CartaBianca“. Le parole pronunciate dal docente della Luiss e direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, finito nel mirino per un contratto da duemila euro a puntata poi saltato, hanno suscitato la reazione furiosa del direttore di Rai3 Franco Di Mare: “Si tratta di affermazioni riprovevoli, assolutamente incondivisibili, di cui il professor Orsini si assume naturalmente la responsabilità: è superfluo dire che Rai3 prende le distanze. Ma quello che è avvenuto è la dimostrazione che ormai il talk è un modello da ripensare, se il risultato cercato è unicamente quello dell’effettaccio a tutti i costi, magari nel tentativo di aumentare di mezzo punto lo share”, ha dichiarato all’agenzia Ansa.
“Lungo questa china si può rischiare di arrivare a mettere a confronto la testimonianza di un sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti con l’opinione di un negazionista, in osservanza a un’idea distorta e malata del pluralismo delle posizioni“, ha concluso Di Mare. A stretto giro la replica di Bianca Berlinguer, con l’ennesima conferma dei rapporti non idilliaci con il responsabile della terza rete: “Trovo, come dire, bizzarro che il direttore di una rete della Rai prenda le distanze da una trasmissione della stessa rete perché non condivide le opinioni espresse, all’interno di un dibattito plurale, da uno degli ospiti. Opinioni, per altro, contestate assai efficacemente da altri presenti in studio. E trovo ancora più eccentrico che le idee del direttore di rete sulla concezione del pluralismo e sulle sue regole vengano comunicate a un’agenzia di stampa, senza che, ancora una volta, la stessa conduttrice sia stata consultata in merito“.
Sull’argomento la padrona di casa del talk show è tornata in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Perché invito Orsini? Perché ritengo che un dibattito pluralista debba dare spazio a tutte le opinioni, cosa che fanno o che almeno dovrebbero fare tutti i programmi televisivi di informazione. Facciamo parlare chi dice che bisogna sostenere l’Ucraina inasprendo le sanzioni e inviando nuove armi e chi invece pensa che per salvare le vite degli ucraini si debba arrivare il prima possibile, e in tutti i modi e a qualsiasi prezzo, a una pace”. Il professore viene considerato filo-Putin: “Orsini ha sempre detto che l’aggressore è la Russia, ma pensa che l’Ucraina sia destinata a soccombere e quindi ritiene che occorra giungere il più rapidamente possibile alla pace, anche se questa pace esigesse condizioni imposte dai russi. D’altra parte, se do la possibilità a qualcuno di esporre liberamente le proprie idee, questo non significa certo che le debba condividere. Ma mi chiedo: Orsini ha il diritto di far conoscere la sua opinione oppure no, tenuto conto che nessuno mette in dubbio la sua competenza di studioso? Viviamo ancora in un Paese in cui ognuno può dire quello che pensa?”, aggiunge la conduttrice confermando la presenza del professore anche nella prossima puntata di “CartaBianca”.
“Io non sento Franco Di Mare neanche per telefono da un anno e mezzo, cioè dal giorno in cui abbiamo litigato per la cacciata di Mauro Corona. Ora non voglio fare commenti su di lui se non ribadire ciò che ho già detto, che trovo bizzarro che io debba apprendere la sua opinione sul mio lavoro dalle agenzie di stampa”, ha continuato Berlinguer al Corriere della Sera rispondendo anche sulle accuse ai talk di cercare solo share e ascolti: “I giornali li scrivete perché non siano venduti? Lo share non è necessariamente un elemento negativo. Dopodiché, io non sono una che pur di fare ascolto è disponibile ad accettare qualunque cosa. Semplicemente, come ho fatto anche nel periodo della pandemia, cerco di dare spazio a tutte le opinioni, naturalmente selezionandole in base alla competenza che esprimono. Io non credo, e questo lo pensavo anche da direttore del Tg3, al giornalismo obiettivo: in qualche modo il giornalista condiziona sempre il racconto che fa. E allora per essere corretti verso i nostri telespettatori occorre offrire in tv un confronto tra opinioni differenti, cosicché possano formarsi una propria personale idea. Dirò di più: proprio in quanto servizio pubblico, la Rai è tenuta a rappresentare posizioni diverse.”