Una stretta, ma “light”, sui limiti a riscaldamento e climatizzazione negli uffici pubblici. Che dal prossimo 1° maggio e fino al 31 marzo 2023, dovranno rispettare una media ponderata della temperatura: non dovrà superare i 19 gradi in inverno e non potrà scendere al di sotto dei 27 gradi in estate. Ma è già prevista la possibilità di sforare in maniera significativa il tetto imposto, con 2 gradi di tolleranza. La soglia reale sarà quindi di 21 gradi nei mesi più freddi dell’anno e di 25 nel periodo più caldo. È quanto prevede un emendamento del M5s al decreto Bollette, entrato in vigore il 2 marzo scorso, approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive in fase di conversione del provvedimento alla Camera.
Un altro emendamento prevede invece l’esenzione dall’imposta di registro per gli immobili dati in comodato d’uso ai profughi ucraini. Si tratta di un’imposta indiretta richiesta dallo Stato per la registrazione di determinati atti, come per esempio l’acquisto di una casa. Le due commissioni hanno dato il via libera al disegno di legge di conversione del decreto ‘Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali’.
Il provvedimento è atteso in aula a Montecitorio lunedì. Le misure stanziate dal dl ammontano a quasi 8 miliardi di euro, di cui circa 5,5 per fare fronte al caro energia con misure come la cancellazione degli oneri di sistema per le utenze domestiche per il secondo trimestre e il potenziamento del bonus sociale. La restante parte va a sostegno delle filiere produttive più in difficoltà in questa fase. Sono previste inoltre liberalizzazioni per le rinnovabili e l’aumento della produzione di gas nazionale.