E' il quinto pacchetto di misure. Si allarga la platea di personalità nella "black list", altre 4 banche fuori dalle transazioni, divieto di export di prodotti high-tech per un valore di 10 miliardi. Anche il Giappone annuncia lo stop all'acquisto di carbone
I 27 Paesi membri dell’Unione Europea hanno dato il via libera al quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Una decisione presa durante l’ultima riunione degli ambasciatori. Le sanzioni includono, tra l’altro, il graduale embargo all’import di carbone russo ma il Consiglio Ue, nella nota in cui annuncia l’ok formale alle nuove misure europee, specifica che l’embargo totale – come da indiscrezioni di giovedì – scatterà solo in agosto, tra 120 giorni. Il divieto di stipulare nuovi contratti scatta da subito ma, per i contratti esistenti, la fase di ‘phasing out’ durerà quattro mesi come richiesto dalla Germania e si concluderà, quindi, nella prima metà di agosto.
Il pacchetto prevede anche l’estensione della platea di personalità russe inserite nella black list europea. Ad ulteriori quattro banche, inoltre, viene imposto lo stop alle transazioni con l’Ue. I porti europei sono interdetti alle navi russe (quelle battenti bandiera del Paese e registrate presso i porti europei) ed è stato confermato anche il divieto di accesso alle strade dell’Ue per gli autotrasportatori russi e bielorussi. Con eccezioni in merito al trasporto di prodotti medici e farmaceutici, di aiuti umanitari e di prodotti alimentari, incluso il grano.
C’è poi lo stop all’import di una serie di prodotti russi (tra i quali cemento, legno e liquori) per un valore di 5,5 miliardi e il divieto di export dall’Ue di prodotti high-tech, per un valore di circa dieci miliardi. Con la fine della procedura scritta il quinto pacchetto sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea ed entrerà formalmente in vigore.
Anche il Giappone, annunciando nuove sanzioni contro Mosca per protestare contro le sue violazioni del diritto internazionale in Ucraina, ha annunciato che cesserà gradualmente l’importazione di carbone dalla Russia. “Adotteremo alternative e, riducendo gradualmente le importazioni, ridurremo la nostra dipendenza energetica dalla Russia”, ha detto il primo ministro giapponese Fumio Kishida alla televisione.