Le somme di denaro, secondo l’accusa, sono provento dei reati ipotizzati di corruzione e di appropriazione indebita di fondi pubblici venezuelani, destinati all’attuazione di un programma di sussidi alimentari, per i quali un imprenditore colombiano risulta imputato di fronte all’Autorità giudiziaria statunitense. Si tratta di Alex Naim Saab Moran, marito dell'ex modella 28enne Camilla Fabri, al momento all'estero e irreperibile
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 5 persone, nell’ambito di un’indagine che ha come oggetto un’ipotesi di riciclaggio internazionale delle somme di denaro che, secondo l’accusa, sono provento dei reati ipotizzati di corruzione e di appropriazione indebita di fondi pubblici venezuelani, destinati all’attuazione di un programma di sussidi alimentari, per i quali un imprenditore colombiano risulta imputato di fronte all’Autorità giudiziaria statunitense. Quest’ultimo, recentemente arrestato all’aeroporto dell’isola di Capo Verde ed estradato in esecuzione del mandato emesso dagli Stati Uniti, avrebbe inoltre costituito numerose società attraverso le quali riciclare i proventi illeciti. Si tratta di Alex Naim Saab Moran, marito dell’ex modella 28enne Camilla Fabri, al momento all’estero e irreperibile.
Già nell’ottobre del 2019, il Nucleo speciale della polizia valutaria della guardia di finanza che ha eseguito i fermi, aveva sottoposto a sequestro un appartamento nel centro storico di Roma – in via Condotti – dal valore di circa 4,8 milioni di euro, e altri 1,8 milioni di euro su un conto corrente in una banca italiana. L’imprenditore, secondo gli elementi finora raccolti dalle Fiamme Gialle, avrebbe intestato fittiziamente le società di diritto estero a quattro italiani con il compito di fare da prestanomi: sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle investigazioni, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha disposto la custodia in carcere nei confronti di 2 indagati e gli arresti domiciliari nei confronti di altri 3 indagati. Inoltre, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di un importo di 1,6 milioni di euro.
L’imprenditore – si legge Sull’edizione romana de Il Corriere della Sera – amico del presidente Maduro, si sarebbe impossessato di parte dei fondi destinati agli aiuti alla popolazione facendoli passare dall’Italia per poi nasconderli in Russia e in alcuni paradisi fiscali. Ai domiciliari, con l’accusa di aver fatto da prestanomi – prosegue il quotidiano – sono andate le zie di Fabri, Arianna e Patrizia Fiore, 47 e 45 anni, e il marito della sorella di Fabri, Lorenzo Antonelli. Quest’ultimo, stando agli inquirenti, ha avuto un ruolo determinante nell’acquisto dell’appartamento in via Condotti: al momento del sequestro dei beni, il gip ha dichiarato che “L’operazione si caratterizza per particolari profili di anomalia. Dal contratto è possibile evincere che la Fabri ha acquistato il diritto di abitazione vitalizio per l’importo di 4 milioni 275mila euro, mentre la nuda proprietà risulta acquistata dalla società di diritto inglese, Kinloch Investments, rappresentata da Lorenzo Antonelli, per un valore di 475 mila euro“.