Dal 2014 gli hacker russi hanno martellato l’Ucraina, in una sorta di guerra ibrida parallela a quella del Donbass e all’annessione della Crimea. Gli attacchi informatici russi si sono poi via via intensificati sino a mettere fuori uso, in alcune regioni del Paese, la rete elettrica. L’acme è stato raggiunto alla vigilia dell’invasione ordinata da Putin. Solo che gli effetti sono stati meno devastanti, ben lontani dagli obiettivi prefigurati da Mosca. Come mai? Lo spiega il professore Robert Peacock, assistente di Criminologia e Giustizia Criminale della Florida International University, ma soprattutto ricercatore di sicurezza informatica e un passato di funzionario presso l’ambasciata Usa a Kiev, quale esperto analista dei Paesi ex-sovietici: “L’Ucraina ha usufruito lo scorso anno di sostanziali aiuti dalla difesa nazionale cibernetica degli Stati Uniti”. Sostanziali, ma soprattutto sistematici.
Infatti, questo supporto – oggi fondamentale – è stato reso possibile grazie ad un programma finanziato dall’Usaid in cui degli istruttori guidati e coordinati da Peacock (provenienti dalla Florida International University e dalla Purdue University) hanno svolto più di 125 corsi di sicurezza informatica in 14 atenei ucraini che hanno coinvolto 700 studenti: “Molti di questi docenti sono a loro volta consulenti principali del governo o si consultano con organizzazioni di infrastrutture critiche sulla sicurezza informatica. Il programma ha enfatizzato le modalità pratiche nell’utilizzo dei principali strumenti di sicurezza informatica, per difendere le reti aziendali, simulate da malware reali e altre minacce cibernetiche”.
L’invasione è avvenuta poche settimane prima che si tenesse una competizione nazionale tra gli studenti delle 14 università coinvolte in questo programma: “Credo che la formazione ricevuta abbia avuto esiti piuttosto soddisfacenti – è il commento (soddisfatto) del professor Peacock che ha diretto il programma anti hackers russi – e che l’addestramento abbia contribuito a ridurre l’impatto degli attacchi informatici contro l’Ucraina. Il segno più evidente di questa resilienza è il successo che l’Ucraina ha avuto nel mantenere Internet in funzione nonostante le bombe, i sabotaggi e i cyberattacchi specifici”. Molti degli studenti che hanno partecipato ai corsi finanziati dagli Stati Uniti aiutano il collettivo InformNapalm a sorvegliare la Rete e a tracciare i movimenti nel web degli oltre 120mila soldati russi che sono stati mobilitati per l’invasione e che gli hacker di Anonymous hanno identificato. Insomma, l’Ucraina laboratorio (e cavia) per contrastare e neutralizzare le minacce quotidiane che hanno per obiettivo la destabilizzazione della tecnosfera occidentale. La guerra nella guerra, forse la più pericolosa.