In Siria, Libano, Sudan e Yemen, quasi 13,8 milioni di bambini e donne hanno bisogno di assistenza alimentare. Dopo 44 giorni, gli effetti della guerra in Ucraina hanno fatto impennare i tassi di denutrizione nei paesi della regione del Medio Oriente e Africa del Nord. A lanciare l’allarme è l’Unicef che ha sottolineato come il blocco delle importazioni abbia ridotto la quantità di cibo per i prezzi elevati delle materie prime essenziali, come il grano, gli oli alimentari e il carburante.
Nello Yemen, il 45% dei bambini patisce la malnutrizione cronica e oltre l’86% soffre di anemia. In Sudan, la percentuale di bambini che subisce le conseguenze della malnutrizione acuta arriva al 13,6%, il 36,4% deve fare i conti con la malnutrizione cronica e quasi la metà con l’anemia. La situazione in Libano vede il 94% dei bambini piccoli privati degli alimenti di cui hanno bisogno e oltre il 40% delle donne e dei bambini sotto i cinque anni sono anemici. In Siria, solo un bambino su quattro riceve gli alimenti necessari per crescere sano.
“Con i conflitti in corso, l’instabilità politica, la pandemia da COVID-19 e la guerra in Ucraina, la regione sta assistendo a un aumento senza precedenti dei prezzi dei prodotti alimentari insieme a un basso potere d’acquisto. Il numero di bambini malnutriti è destinato ad aumentare drasticamente”, ha dichiarato Adele Khodr, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Ieri, 7 aprile, nel corso della votazione all’Onu che ha approvato la richiesta degli Usa di sospendere la Russia dal Consiglio dei diritti umani di Ginevra, i quattro paesi citati hanno preso posizioni diverse. La Siria ha votato contro, Sudan e Yemen si sono astenuti, e il Libano non ha votato.